CIVITAVECCHIA – Non solo una sfida fisica, che ha richiesto mesi di preparazione intensa. Ma soprattutto una prova mentale, un mettersi allo specchio, guardarsi dentro e scoprire fin dove è possibile arrivare, scegliendo di dare fiducia al cambiamento. C’è tutto questo — e molto di più — nell’esperienza vissuta lo scorso 13 luglio dal civitavecchiese Paolo Passerini, protagonista della traversata dello Stretto di Messina insieme al gruppo Mastermind del progetto formativo di Daniele Di Benedetti.

Una sfida di 3,7 chilometri a nuoto, tra correnti insidiose e un orizzonte sconfinato. Ma, per Passerini, il vero mare da attraversare era dentro: «Il blu profondo del mare mi ha sempre fatto paura, ma è stato anche il mio alleato silenzioso nei momenti più difficili. Nei periodi in cui la mente era confusa e il cuore pieno di domande, era proprio il mare ad aiutarmi a ritrovare chiarezza».

Il percorso di trasformazione personale e professionale lo ha portato a una scelta radicale: lasciare il lavoro sicuro nell’esercito per intraprendere la strada da life coach e iniziare gli studi in psicologia. «Durante questi anni ho preso decisioni importanti. Quando all’inizio dell’anno, durante il percorso formativo con Daniele Di Benedetti, ci è stata proposta la traversata dello Stretto, ho sentito che era il momento di dire sì. Era il momento di affrontare quella paura, di nuotare in superficie sopra quelle profondità che tanto mi intimorivano ma che, al tempo stesso, mi avevano sempre dato risposte».

Per Passerini non si è trattato solo di una prova sportiva: «È stata una sfida a 360 gradi. Mentale, fisica ed emotiva. Un modo per onorare le mie scelte difficili, per celebrare il nuovo percorso che ho intrapreso. Ogni bracciata è stata un tributo al cambiamento, alla voglia di vivere con consapevolezza e autenticità».

Sei mesi di allenamenti costanti, tre o quattro volte a settimana, dopo oltre un anno di stop dal nuoto. «Mi sono tesserato come atleta master con la Coser per avere una struttura e una disciplina. Non è stato facile mantenere quella frequenza tra impegni lavorativi e vita quotidiana. Nell’ultimo mese ho dovuto gestire anche un’infiammazione al nervo sciatico, ma non ho mollato: ho ridotto l’intensità, ma ho continuato ad allenarmi in acqua per non perdere l’acquaticità».

A Messina, tra i trenta partecipanti arrivati da tutta Italia, lui era l’unico civitavecchiese. «Eravamo tutti parte della “university” formativa di Daniele Di Benedetti. Questo travel è stato pensato per unire la crescita personale con un’esperienza potente e simbolica. In quelle acque, tra quelle correnti, mi sono sentito impotente, ma anche sostenuto da qualcosa che andava oltre me. È lì che ho sentito una voce dirmi “ce l’hai fatta”. Non solo per aver attraversato il mare, ma perché avevo scelto di fidarmi, di andare oltre la paura, e di abbracciare con coraggio la mia nuova strada».