CERVETERI - Domani alle 16.30 nella Sala Mengarelli presso la Necropoli della Banditaccia, si terrà la conferenza per la presentazione del progetto ‘Disegni e colori dell’antica Kisra’. L’evento è organizzato dalla Soprintendenza archeologia delle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale in collaborazione con il Comune di Cerveteri e il Nucleo archeologico antica Caere (Naac). Dopo quasi tre anni dal suo inizio, vengono presentati i primi risultati derivanti dal progetto di studio intrapreso presso la Necropoli della Banditaccia e avente come scopo la comprensione della tecnica e dei materiali pittorici utilizzati nei sepolcri dell’antica Caere. L’introduzione e i saluti saranno portati dalla dottoressa Rita Cosentino, responsabile alla Sopritendenza del servizio divulgazione e promozione. Relazioneranno Andrea Rossi, titolare della DI.AR - Diagnostica per i Beni Culturali, Daniela Matticoli e Francesca Romana Mizzoni, restauratrici della Soprintendenza, Antonio Amasio presidente del Naac. «Oltre alle ben note tecniche di indagine scientifica applicate ai Beni Culturali e che hanno visto il loro uso a Cerveteri quali la fluorescenza ultravioletta, la spettroscopia Raman e la riflettografia infrarossa - si spiega nella nota della Sovrintendenza - è stata applicata anche una nuova tecnica che consente una maggiore chiarezza nel riconoscere i residui di disegno presenti sul supporto ma non visibili ad occhio. Grazie a questa nuova tecnica è stato possibile riconoscere tracce di disegno che si pensavano perdute e ampliare conoscenze già acquisite: risultati incoraggianti per il proseguimento degli studi sono stati ottenuti nella Tomba Mengarelli e nella Tomba del Triclinio. Le ricerche condotte fino ad oggi hanno coperto un periodo di tempo di circa quattrocento anni per valutare l’evoluzione della conoscenza pittorica da parte degli abitanti di Caere (dalla Tomba della Nave datata alla fine del VII sec. fino alla Tomba del Triclinio del terzo quarto del IV sec.). I dati fino ad ora acquisiti e catalogati vogliono essere uno spunto per un futuro approfondimento sulla civiltà artistica ceretana».

«Diciamo - commenta Antonio Amasio, presidente del Naac - che questo è un lavoro in corso e finora sono state indagate una quindicina di tombe. A Cerveteri ci sono molte tombe dipinte che purtroppo hanno perso buona parte del colore. Diverse, non hanno più all’interno le raffigurazioni in quanto si sono scolorite col passare del tempo. Alcune di queste tecniche che verranno spiegate direttamente da Rossi il giorno della conferenza servono a vedere delle figure e dei particolari che non si vedono più. Questa indagine è mirata a capire anche quali sono state le tecniche per la realizzazione di queste pitture e comprendere quale materiale è stato utilizzato, ossia quali colori sono stati usati all’interno di queste tombe. L’obiettivo è di riuscire a capire quale è lo stato di conservazione dei monumenti e poi eventualmente programmare e pianificare gli interventi che si possono fare. Il mio contributo - conclude Amasio -  è relativo al ruolo del volontariato archeologico che c’è stato all’interno di questo progetto».