La legge del contrappasso vale anche in politica. Nell’ultimo consiglio comunale, infatti, il sindaco Ernesto Tedesco e la maggioranza sono stati salvati dalla capogruppo della Svolta Fabiana Attig. Quando improvvisamente, per collegamenti telematici “poco stabili” sono scomparsi dagli schermi dell’aula Pucci sia la consigliera regionalcomunale Emanuela Mari che il capogruppo di Fratelli d’Italia Raffaele Cacciapuoti, con Stefano D’Angelo che era uscito dai banchi, la sorte di Tedesco sembrava segnata, sul voto relativo alla ratifica di una variazione di bilancio che sarebbe scaduta domani.

Non essendoci più infatti la stampella di Vittorio Petrelli, che ha cambiato anche di nuovo posto in aula, tornando vicino alla minoranza, senza altri 3 voti la maggioranza non sarebbe stata più tale.

E proprio a quel punto si è consumata la vendetta di Attig, nel modo politicamente più sadico che si potesse immaginare: non infierendo sul sindaco che dal primo giorno di consiliatura l’ha sempre mal digerita, fino al punto da escludere lei e il vice sindaco Grasso di cui la lista porta il nome, ma anzi salvandolo da un bagno annunciato. E costringendo l’etere a far riapparire improvvisamente Mari e Cacciapuoti, quando D’Angelo era già frettolosamente rientrato tra i banchi.

Perché Attig abbia deciso di lanciare un salvagente a Tedesco, solo lei lo sa. Di certo segnali forti li aveva già dati in passato, come ad esempio in occasione dell’elezione di Giancarlo Frascarelli alla presidenza del consiglio comunale. Il voto era a scrutinio segreto, ma è sempre rimasto il ragionevole dubbio che la tredicesima decisiva preferenza fosse la sua. Da lì, la sua elezione alla vicepresidenza dell’aula Pucci. Vedremo se questo ultimo segnale si concretizzerà nel ritorno ad un rapporto organico in maggioranza, oppure se sarà stato solo un altro “lampo” a luce alternata.

Comprendere i possibili sviluppi sarà importante per sapere se Tedesco potrà arrivare a fine mandato e riproporsi come sindaco uscente, oppure se - essendo ormai alla mercè di chi vuole staccargli la spina - rischierà di non mangiare neppure il panettone.

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