La partenza pre-natalizia di Paolo Poletti, che con i suoi “auguri di beneficenza” ha in realtà presentato, a pochi intimi, l’ufficializzazione della sua candidatura a Sindaco, ha finito con il determinare una accelerazione nei processi di scelta del candidato sindaco del centrodestra.

Infatti, con l’arrivo a sostenere la scesa in campo di Poletti di due consiglieri regionali, un europarlamentare e del commissario locale di Forza Italia, il partito azzurro di fatto ha “messo il cappello” sul generale, senza aspettare riunioni di tavoli romani o l’espressione della volontà né della Lega, a cui appartiene il sindaco uscente, né di Fratelli d’Italia, che è il partito di maggioranza relativa ad ogni livello.

D’Ottavio, dunque, che aveva diffidato il capogruppo azzurro in consiglio comunale Massimo Boschini ad esprimersi in qualsiasi modo sulla candidatura a sindaco e sulle prossime scelte del partito, ha fatto tutto da solo, subito dopo aver firmato, insieme agli altri due rappresentanti locali dei partiti di centrodestra, un comunicato in cui si sanciva l’assoluta indivisibilità e coesione, ad ogni costo, del centrodestra. Che invece così rischia di dividersi prima ancora di cominciare a discutere, per l’iniziativa proprio di Forza Italia.

Al di là dei tatticismi della politica, però, ciò che è apparso chiaro a chi ha assistito all’iniziativa di Roberto Serafini, primo sponsor di Poletti, è che al momento attorno al generale ci siano più chiacchiere che voti.

L’unico vero “grande elettore” in campo è Sandro De Paolis, che non a caso mercoledì scorso aveva invitato e portato la stragrande maggioranza delle poche decine di persone presenti ed ha impedito alla pattuglia azzurra arrivata da Roma di prendere la parola per “capitalizzare” politicamente la propria presenza, a discapito del reale organizzatore dell’evento.

La stessa impressione è quella avuta dall’altro sponsor di Poletti, ossia Pietro Tidei. Il cui abbraccio al generale al termine dell’iniziativa, immortalato da un giornalista presente, sicuramente non fa bene allo stesso Poletti che un minuto prima era tornato a dire di fare riferimento al centrodestra, dopo essere stato nella sede del Pd a lanciare anatemi all’amministrazione Tedesco e a chiunque ne abbia fatto parte (quindi ricomprendendo direttamente anche Sandro De Paolis e Roberto D’Ottavio e indirettamente pure e soprattutto Roberto Serafini che dell’amministrazione Tedesco è stato l’inventore e principale artefice, a partire proprio da Tedesco, salvo poi rompere ogni rapporto con lui e con Mirko Mecozzi e il suo gruppo, del quale Serafini era considerato una sorta di capo carismatico). A questo punto gli scenari che si aprono possono essere tre: o per Civitavecchia si profila un percorso simile a quello che a Viterbo ha portato a un accordo tra Forza Italia e Pd, con conseguente spaccatura del centrodestra; o Poletti rimarrà candidato solo sulla carta, finendo poi per dover rinunciare; o infine tutta la coalizione a Roma è già sullo stesso Poletti e bisognerà quindi capire cosa potrà accadere e se a Civitavecchia si aprirà o meno un quadro simile a quello che a Terni ha portato alla vittoria di Stefano Bandecchi. A gennaio se ne capirà di più. Buon Natale.

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