GRADOLI - Si chiama Pranzo del Purgatorio e affonda le sue radici molto indietro nel tempo: le origini si fanno risalire al 1500 e, oggi come allora, tutto è mosso da finalità sociali e benefiche. Si tratta di un pranzo preparato da 90 persone e condiviso da quasi 1600 commensali. Che si portano le posate da casa. Finalmente, dopo due anni di stop forzato a causa della pandemia, quest’anno torna l’antica tradizione: l’appuntamento, organizzato dalla Fratellanza del Purgatorio, è fissato per il 22 febbraio prossimo, mercoledì delle ceneri, e ha già registrato il tutto esaurito con la vendita in pochi giorni di tutti i biglietti. Il ricavato del pranzo sarà devoluto in beneficenza. Secondo la tradizione l’evento ha inizio il giovedì grasso, quando i fratelli, vestiti con il tradizionale saio marrone, mantellina viola, cappuccio in testa e tamburino al seguito, bussano alle porte del paese chiedendo e ricevendo offerte di ogni genere. Quello che hanno raccolto sarà poi venduto in una vivace asta nella piazza del paese che avverrà sabato. Il ricavato di questa asta servirà per l’acquisto dell’occorrente dell’allestimento del pranzo. Ma cosa si mangia al pranzo del Purgatorio? Si tratta di pietanze a base di fagioli, nasello, luccio, baccalà, minestra di pesce serviti su tavolate di legno allestite dentro i locali della cantina oleificio sociale di Gradoli. In totale saranno preparati 250 chilogrammi di fagioli del purgatorio, 60 chilogrammi di tinca, 600 chilogrammi di luccio e 600 di baccalà e nasello. Si potrà mangiare minestra di riso con sugo di tinca, fagioli in bianco conditi con olio, nasello frutto, baccalà lesso condito con olio, aglio e prezzemolo.