Anche la seconda volta non si scorda mai. La pensa così Giancarlo Peris, che a distanza di 64 anni dall’accensione del braciere olimpico a Roma 1960, è stato nuovamente tedoforo, questa volta in occasione delle Olimpiadi di Milano-Cortina, uno degli eventi portanti del 2026. Due le partecipazioni da parte del civitavecchiese in occasione del viaggio della fiamma olimpica.

Sabato Peris è stato a Roma, dove ha preso parte agli eventi inaugurali prima del via del cammino ed è stato accolto dal presidente del comitato olimpico per Milano-Cortina, Giovanni Malagò, e dal presidente del Coni, Luciano Buonfiglio. E di domenica, come noto, Peris è stato il tedoforo indicato dal Comune di Civitavecchia per effettuare una piccola parte del percorso che si è snodato in città. Per la precisione lo sportivo 84enne ha preso la fiaccola nei pressi di Porta Livorno ed ha compiuto un piccolo, ma significante, passaggio su corso Marconi.

«Non avrei mai pensato di rivivere emozioni del genere – ha dichiarato Peris nell’intervista che potete seguire sul canale YouTube di Civonline – sono stato contattato qualche giorno prima dal presidente del Coni, Bonfiglio, per essere parte integrante dell’evento allo Stadio dei Marmi. Dopo aver mostrato le immagini del 1960, ho portato una lanterna e l’ho depositata sopra una colonna. Quindi ho abbracciato Malagò, che conosco davvero bene, sin da quanto era presidente del Coni. Tantissime persone, tra cui anche molti giovani, hanno voluto immortalare il momento con delle foto. È stato bello vivere questa esperienza come una star. Non mi aspettavo una cosa di questo genere. Pensavo che non mi sarei emozionato, ma sul momento invece dentro mi sono sentito friccicare parecchio. In città, invece, ho fatto un percorso di poco meno di 200 metri, concludendo a corso Marconi. È stato bello vedere che in tanti sono stati partecipi e mi hanno fatto i complimenti. Mi hanno fermato e salutato anche persone che non credevo di conoscere ed è stata una sensazione straordinaria, pur avendo fatto per 30 anni il professore e quindi sono abituato a momenti di questo tipo. Non ho faticato e forse è stato meglio così. Porterò questo ricordo nel mio cuore, anche perché pensavo che dopo il 1960 non sarebbe mai accaduto, anche se nel corso degli anni in tanti, anche fuori dall’Italia, hanno voluto ricordare le Olimpiadi di Roma».

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