La partita che segnava il destino azzurro si era già giocata un paio di ore prima a Oslo. La Norvegia vincente sull’Estonia ha di fatto relegato l’Italia ai playoff cambiando, come era preventivabile, la prospettiva della sfida a Chisinau contro la Moldavia, utile principalmente - come quella di domenica sera a San Siro con i norvegesi già con il pass mondiale in tasca - per rodare e testare la squadra in vista degli spareggi del prossimo marzo (sorteggio il 20 novembre). E i segnali non sembrano essere troppo incoraggianti e convincenti, anzi. Nonostante una formazione iperoffensiva a quattro punte (dal 1’ Orsolini, Raspadori e Zaccagni a sostegno di Scamacca unica punta), la Nazionale di Gattuso ha faticato oltremodo riuscendo solo a tre minuti dalla fine ad aprire la “scatola” moldava, sciupando nel primo tempo almeno cinque occasioni limpide per portarsi in vantaggio, le più evidenti con Scamacca, Mancini (pallone alto a porta vuota), Raspadori e Cristante, e non cambiando marcia nella ripresa se non proprio nei minuti conclusivi. Finisce 2-0 con rete del difensore Mancini e di Pio Esposito (ancora loro) in pieno recupero, successo che consente a Gattuso di proseguire il filotto di vittorie (cinque di fila). Sono sei in tutto le partite consecutive vinte nel girone di qualificazione ai Mondiali, ma non basta e serviranno i playoff che tanto fanno tremare, alla luce degli ultimi due flop, con il mancato passa iridato nel 2018 e 2022. Questa Italia si tiene stretta una vittoria sofferta ma alla fine trovata, per il resto c’è da cambiare marcia e soprattutto essere più lucidi sottoporta per poter tenere alte le ambizioni Un possesso di palla superiore al 75% non ha prodotto infatti nulla di concreto oper almeno 85’ con l’Italia che è finita per sbattere contro il muro alzato dai padroni di casa, intenzionati a dare il massimo per evitare altre goleade come quella del recente 11-1 contro la Norvegia e portare a casa un pareggio preziosissimo per la loro storia. Ma gli ’Azzurrì non sono mai stati affetti da bulimia e la trazione anteriore ha finito per ingolfare il gioco. Tanti, troppi errori nella prima frazione e parecchio equilibrio con una grande chance persino per i moldavi con Postolachi che ha mandato alto da pochi metri. È mancata qualità e velocità nelle scelte e anche nella ripresa il canovaccio del match si è ripetuto: Italia in avanti, possesso palla prolungato senza mai sfondare e solito appannamento nel momento di rifinire. Dopo oltre l’ora di gioco, Gattuso si è affidato a Retegui e a Pio Esposito al posto di Raspadori e Scamacca che hanno fatto davvero fatica ad incidere, protagonisti di una prova deludente rispetto alle aspettative. E qualcosa è cambiato. Almeno nella velocità e nelle giocate. Dopo gli attaccanti centrali Ringjio ha fatto variazioni anche con gli esterni con l’ingresso di Dimarco e Politano per Cambiaso e Orsolini. Due occasioni per il giovane nerazzurro ma ancora un volta il bersaglio veniva mancato. La Moldavia nel finale si è accorta che l’Italia non faceva male e ci ha creduto gettando il coraggio oltre al linea di metacampo. Ed è bastato alzare di poco il loro baricentro che l’Italia ha trovato la via della rete, prima con Mancini all’88 e poi con Pio Esposito nei minuti di recupero, entrambi di testa. Due reti che ridanno quantomeno un po di vigore e autostima. La nuova maglia azzurra con le foglie benauguranti di alloro a propiziare giornate di gloria non sono state comunque celebrate con un bel debutto. La speranza è che possano essere indossate ai Mondiali. Ma serve un’Italia del tutto diversa, più incisiva, cinica e feroce.

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