PHOTO
Associated Press/LaPresse
L’uscita del Gp di Imola dalla F1 dal calendario internazionale dal 2026 è solo la cronaca di una morte già annunciata. Lo si evince dalle preoccupazioni che aveva espresso il presidente e amministratore delegato di Formula One Group, Stefano Domenicali, in una lettera di cui LaPresse ha preso visione datata 30 dicembre 2024 e inviata ai ministri italiani Giancarlo Giorgetti, Matteo Salvini e Andrea Abodi.
La lettera di Domenicali al governo
Nella lettera l’ex team principal della Ferrari non nomina mai la questione Imola, anche se a seguito dell’annullamento del Gp nel 2023 per l’alluvione, governo, amministrazione locale e Aci speravano ci fosse un risarcimento estendendo l’accordo con la F1 fino al 2026. Da quanto scrive Domenicali agli esponenti del governo, emergono anche le perplessità dell’organismo mondiale sulla questione Aci, commissariato il 3 marzo scorso a seguito del decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri del 21 febbraio, e in relazione all’altro gp italiano, quello di Monza, il cui contratto scade nel 2031 ma che necessita ancora di importanti lavori di adeguamento di cui finora si era occupato in prima persona il presidente estromesso Angelo Sticchi Damiani. Confermando la volontà di mantenere “la necessità di continuare il piano d’investimenti discussi e concordati”, spiega Domenicali nella missiva a Chigi, “la relazione che abbiamo costruito in questi anni e su altri punti in relazione anche alla vostra federazione Aci a livello mondiale è stata un punto di riferimento, di garanzia e credibilità del nostro sistema in ambito internazionale”. Senza entrare in dinamiche che non competono la F1, Domenicali precisa tuttavia “che la realizzazione di un gp di F1 dipende non solamente dalle possibilità economiche del nostro interlocutore ma soprattutto sulla accettata capacità del nostro contraente di realizzare tutte le attività progettuali, infrastrutturali e gestionali, oltre che organizzative e commerciali nei tempi molto stringenti discussi tra di noi e definiti. Per questi motivi è importante e determinante garantire la continuità del rapporto con Aci e con il suo attuale presidente per avere garanzie sul futuro. A nostro avviso cambiare interlocutore adesso potrebbe avere conseguenze sugli impegni presi”.
Il commissariamento di Aci
Al momento l’Aci è retto dal commissario straordinario Tullio Del Sette, l’assemblea elettiva già indetta da Sticchi Damiani prima del suo commissariamento ci sarà il 9 luglio, quando a contendersi la sua successione ci sono la vicepresidente vicaria Giuseppina Fusco e Geronimo La Russa, figlio del presidente del Senato Ignazio e attuale presidente di Aci Milano nonché componente del Consiglio generale e del Comitato esecutivo dell’Automobile Club Italia nazionale. A meno che il 19 giugno il Consiglio di Stato non accolga la richiesta di sospensiva del ricorso presentato dall’ex presidente Sticchi Damiani, rieletto a ottobre per il quadriennio 2025-2028 con oltre il 90% dei voti.
Malagò: “Grazie a Sticchi Damiani Imola era eccezione, spero torni gp”
Interpellato da LaPresse, il presidente del Coni Giovanni Malagò ha espresso il suo apprezzamento per il lavoro svolto dall’ormai ex presidente: “Non penso ci sia stato un nesso direttamente collegato con le vicende dell’Aci, sicuramente Sticchi Damiani a livello internazionale aveva lavorato in maniera incredibile, vedi Imola ai tempi del Covid, per mantenere quella che oggettivamente era una eccezione”. “Sono molto dispiaciuto – aggiunge Malagò – Imola ha fatto benissimo in questi anni, organizzazione eccellente. Spero ci siano quelle dinamiche di rotazione, per cui quello che oggi è lo stare fuori gli consentirà di rientrare il prima possibile. Imola lo merita sotto ogni punto di vista”.
A rischio anche il Gp di Monza
Non solo Imola. Anche Monza sarebbe a rischio, con l’Italia patria della Ferrari che si ritroverebbe senza gran premi da disputare in casa propria. Per il momento è solo un rischio, per giunta a lungo termine visto che l’accordo con Liberty Media è esteso al 2031. Ma leggendo neanche troppo tra le righe nella lettera che il Ceo di Formula One Group, Stefano Domenicali, fece recapitare negli uffici dei tre ministri italiani competenti, Giancarlo Giorgetti, Matteo Salvini e Andrea Abodi, è alta la “preoccupazione” in merito all’organizzazione futura del gp d’Italia. Specie dopo la decadenza per decreto governativo dell’ex presidente dell’Automobile Club Italia (Aci), Angelo Sticchi Damiani, e il conseguente decadimento dell’appeal dell’organizzatore italiano all’estero visto il momento di non operatività di Aci commissariato.
Domenicali aveva già espresso personalmente le sue preoccupazioni allo stesso Sticchi Damiani, chiarendo che l’esperienza a livello mondiale di quella dirigenza era indiscussa. Un credito che in F1 potrebbe essere recuperato con un’eventuale elezione di Fusco in una presidenza che sarebbe in continuità con il suo predecessore. Che a quel punto potrebbe ricevere la vicepresidenza vicaria con delega allo sport tornando a occuparsi di gran premi, compreso il Rally d’Italia in Sardegna. Un impianto che, compresi i due gp di Formula 1, fino a quest’anno era arrivato a produrre un ritorno economico diretto di circa 400 milioni di euro nelle casse dello Stato. Imola da sola valeva 100 milioni tra ospitalità e ristorazione.