È ufficiale. L’estate di quest’anno sembra essere il giro di boa che finalmente si traduce nella tanto attesa riapertura del sito termale del Bagnaccio. È stata infatti formalizzata, con determina dirigenziale pubblicata ieri, l’aggiudicazione della concessione pluriennale per lo sfruttamento del giacimento di acqua termominerale fino al 31 dicembre 2027.

L’affidamento è avvenuto tramite procedura negoziata con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa individuata sulla base del miglior rapporto qualità-prezzo. L’importo del canone a base di gara, con possibilità di aumentare l’offerta, è pari a 73mila e 982 euro più Iva. Ad aggiudicarsi definitivamente la sub-concessione mineraria è stata la ditta Rise Srl di Roma che verserà al Comune un canone annuo di 24.660 euro, incrementato del rialzo percentuale unico offerto in gara pari al 5,19%. La cifra offerta dalla società romana per il canone, inoltre, sarà soggetta ad aggiornamento annuale.

Il bando fissa una serie di “obblighi” che dovranno essere ottemperati dal nuovo gestore del parco termale, tra cui provvedere ai lavori di ripristino del pozzo, garantire che l’attività sia continuativa e fornire all’amministrazione una relazione sugli interventi che saranno realizzati e quelli che intende eseguire nell’anno successivo. “Clausola” quest’ultima che dovrebbe evitare che si possano ripetere le situazioni che quattro anni fa portarono alla chiusura del Bagnaccio. Decisione a cui la precedente amministrazione era giunta dopo aver contestato alla gestione di allora incongruenze di tipo amministrativo, per la mancata ottemperanza a dei criteri previsti nel contratto in essere con il Comune, e di carattere urbanistico per abusi edilizi relativi ad alcune strutture che erano state realizzate per fornire migliori servizi ai numerosi frequentatori del sito. L'area del Bagnaccio infatti richiamava appassionati di terme provenienti anche da altre regioni italiane e dall’estero. Quattro decenni di braccio di ferro, caratterizzati anche da un botta e risposta a suon di carte bollate.

Nel bando attuale di concessione è stata anche fissata la portata massima di emungimento dell’acqua termominerale dal pozzo: 2 litri al secondo. La manifestazione di interesse, promossa dal Comune lo scorso luglio per poi avviare la procedura negoziata al fine di velocizzare l’iter per assegnare la concessione, ha visto la partecipazione di undici operatori. I primi di marzo si è riunita la commissione giudicatrice, la quale, dopo aver esaminato tutte le proposte sul tavolo, ha decretato la società Rise come assegnataria per la gestione fino a dicembre 2027 del parco termale. Con questo ultimo e definitivo passaggio procedurale si conclude una vicenda, fonte di tantissime polemiche e reiterati appelli da parte dei cittadini viterbesi e non solo per la riapertura, iniziata nella primavera del 2021. Ora l’auspicio è che il nuovo gestore riesca a far ripartire nel minor tempo possibile l’acqua per riempire le vasche e che a breve si possa tornare a godere l'estate anche al parco termale del Bagnaccio.