Una decisione davvero clamorosa. È quella che ha preso Maurizio Campogiani, che ha scelto di rassegnare le dimissioni da direttore sportivo della Ste.Mar 90 Cestistica. A quattro giorni dalla fondamentale vittoria di Casal Palocco, che ha consegnato la salvezza al quintetto di Gabriele La Rosa, arriva questa tempesta per la società del presidente Stefano Rizzitiello.

«Una decisione – ha scritto Campogiani nella lettera inviata alla società – motivata dal risultato deludente della stagione sportiva appena terminata e da questioni di carattere personale». Da vedere, ora, se il dirigente resterà all’interno dei quadri societari, oppure se si tratterà di una separazione completa. Sicuramente si tratta di un passo indietro che avrà il suo peso e le sue conseguenze, considerato il fatto che Campogiani occupava questo ruolo da più di 15 anni. Un lunghissimo lasso di tempo, nel quale il ds ha dato anima e cuore per far crescere sempre di più il club, cosa che ha fatto anche pubblicamente, chiedendo senza mezzi termini il sostegno alla società da parte degli imprenditori locali, in particolar modo quelli delle aziende che operano al porto.

Un impegno certosino, ma che non ha evitato al direttore sportivo ed alla società di commettere degli errori, che in questi ultimi anni non sono stati pochi. Da quattro stagioni consecutive la Ste.Mar 90 non prende parte ai playoff, cosa a cui era abituata quando era salita in serie C Gold, giocandosi fino all’ultimo l’accesso alla serie B. Ma, col passare del tempo, il livello della squadra è notevolmente sceso, tra girandole di giocatori, spesso non utili alla causa, ed allenatori che dopo pochi mesi si separavano dal club, come accaduto con Briscese e quest’anno con Casadio, mentre Gabriele La Rosa è stato chiamato ogni volta a risolvere i problemi e a gestire un roster fatto da altri per altri.

Nonostante qualche buon risultato a livello giovanile, la prima squadra non ha mai puntato molto sugli elementi del vivaio. Dando uno sguardo al passato recente, gli ultimi a farne parte con una certa consistenza sono stati Luca Bottone del 1998, Alessandro Spada del 2000 e Andrea Bottone del 2003. Un po’ poco, considerando che molte altre avversarie della serie C hanno una linea diversa. Quest’anno sono giunti i playout, con il sospiro di sollievo fatto dopo il colpo sul parquet di Palocco, che ha evitato di passare da una finale salvezza contro Basket Roma per nulla facile da vincere, anche perché i rossoneri sono stati sei mesi senza vincere lontano dal PalaRiccucci.

In questo momento viene da pensare anche alla conferenza stampa dello scorso 6 gennaio, nel corso della quale Campogiani aveva attaccato senza mezzi termini Civonline e La Provincia, in maniera perentoria, affermando che le osservazioni sul modus operandi dei rossoneri non erano motivate e veritiere. Oggi, a quattro mesi di distanza, l’ormai ex ds della Cestistica ripeterebbe quelle frasi? E si esprimerebbe con gli stessi toni?

Chiudiamo con un discorso dolceamaro. In questi mesi la Cestistica ha dato vita ad una splendida rubrica sui propri profili social, dal titolo “Cuore Rossonero”, con la pubblicazione di scatti del passato quasi settantennale di una delle realtà più antiche dello sport cittadino. E contestualmente, negli scorsi mesi, la tribuna “vecchia” del PalaRiccucci è stata ammodernata con un’esposizione fotografica davvero unica nel suo genere per il contesto cittadino e forse anche per il basket regionale. Ma, ad essere sinceri, quella è stata un’arma a doppio taglio. Oltre a celebrare i fasti del passato della Cestistica, passando dai pionieri che giocavano al playground del Pincio ed arrivando ai campioni stranieri che hanno calcato il parquet di San Gordiano, l’iniziativa ha messo ancora più in luce le forti amarezze rossonere degli ultimi anni.