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Con il campionato di A1 che si ferma per la sosta, a causa del collegiale del 7rosa, per la Nautilus è tempo di fare bilanci, in un campionato che si sta confermando molto difficile. Sette partite, sette sconfitte, zero punti per il gruppo di mister Lisi.
«Se guardiamo la classifica che ci vede ancora a zero punti dopo sette giornate – commenta il direttore sportivo Mario Bianchi – è chiaro che il bilancio potrebbe sembrare negativo. Ma sei delle sette sconfitte, sono avvenute contro avversarie che lotteranno per il titolo italiano o quantomeno per i play-off, e una, in trasferta, contro una squadra che forse non lotterà per le prime posizioni, ma che comunque sta disputando una coppa internazionale. Il roster di queste squadre è formato in gran parte da giocatrici provenienti dai più importanti movimenti pallanuotistici internazionali e che giocano abitualmente nelle nazionali dei paesi di provenienza».
Diverso il discorso se si guarda al mondo Nautilus. «Se guardiamo alla crescita delle nostre ragazze e della Società nel suo complesso – riprende Bianchi – non possiamo che essere molto soddisfatti del percorso fatto fino ad oggi. Non dimentichiamoci che siamo una società giovanissima, che ha bruciato le tappe fino alla promozione in A1 e che le nostre ragazze, oltre ad essere esordienti nel massimo campionato, provengono per la gran parte dal nostro territorio. Tutte le altre squadre del campionato hanno la possibilità di allenarsi e giocare nella loro città, in impianti adeguati. Il fatto sia di allenarci un una piscina alta 160 centimetri che di giocare in un’altra città, è un altro handicap che la Nautilus deve scontare».
Alcune società che stanno lottando per la salvezza con le verdazzurre stanno avendo delle difficoltà anche loro: il Bogliasco ha la piscina chiusa, anche se lì le tempistiche per la riapertura sono certe, mentre la Brizz da anni fa la spola tra Acireale e Catania.
«Speriamo che le roboanti dichiarazioni dell’Amministrazione Comunale – riprende il ds – riguardo la riapertura del PalaGalli si trasformino in realtà e che nel bando che ne assegnerà la gestione vengano tenute nella giusta considerazione le esigenze di chi fa sport di vertice. Detto questo, ora sta a noi fare quel cambio di passo indispensabile per schiodarci dallo zero in classifica. Cambio di passo che deve riguardare non solo la squadra ma anche la città che portiamo orgogliosamente nel nostro nome. Nelle poche partite che abbiamo giocato al PalaGalli, l’apporto degli sportivi civitavecchiesi non è mai mancato. Ci serve la loro vicinanza, Viterbo non è così lontana: l’anno scorso nelle due partite di play-off la piscina ribolliva della loro presenza e questo è stato di grande aiuto alla squadra».
Discorso sacrosanto quello di Bianchi, Civitavecchia può fare qualcosa di più per questo gruppo. Nella Tuscia non si stanno vedendo le folle, con Viterbo che sta, purtroppo, ignorando Tortora e compagne, immersa com’è nelle polemiche per la Viterbese, che stanno coinvolgendo anche l’amministrazione comunale.
«Questa squadra ha già dimostrato di saper sorprendere – conclude Bianchi – la promozione in A1 ne è l’esempio lampante. Pensiamo in positivo: non dobbiamo farci sopraffare dalla negatività, ma dobbiamo credere di poter scrivere un’altra pagina della nostra storia. Se riusciremo a realizzare questo sogno significherà che avremo guadagnato la permanenza in serie A1 e un posto in Europa. Deve deve essere il nostro obiettivo. Deve essere chiaro per tutti, a partire dalle nostre ragazze: riportare la pallanuoto che conta in città, come fatto dalla mitica SNC nel 1975 della quale faceva parte il nostro Direttore Generale Marcello Del Duca.
Un’ultima considerazione sul formato attuale del Campionato. 10 squadre di cui 8 disputano le coppe internazionali, pone una barriera all’ingresso troppo alta per le due neopromosse. Un campionato a 12 squadre consentirebbe un maggiore equilibrio rendendolo più interessante e performante, offrendo a più giocatrici la possibilità di confrontarsi in un campionato del massimo livello».
Quest’ultima disamina ci può stare, anche se il rischio serio è quello di vedere un campionato ancora più spezzato e con un numero elevato di partite senza storia. E in tutto questo scenderebbe anche il livello della serie A2.
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