CIVITAVECCHIA – L’ultima riunione tra il presidente dell’Adsp Pino Musolino e le parti sociali aveva visto aprirsi uno spiraglio positivo nella vertenza, andata avanti per mesi, con manifestazioni e preoccupazioni da parte dei lavoratori in merito al proprio futuro, affiancate da un attento lavoro e dallo studio di una soluzione che potesse andare a favore del servizio e dei lavoratori stessi. La fine dell’anno ha portato infatti la svolta nella trattativa sul futuro della Pas, la Port Authority Security che rimarrà una società in house: è stata infatti rinnovata la convenzione per l’affidamento del servizio di sicurezza sussidiaria nei porti del network per il triennio 2024-2026, così come recita il decreto firmato dal presidente Pino Musolino il 30 dicembre scorso. Uno sforzo importante da parte dell’ente che, ad ottobre, aveva istituito un apposito Gruppo di lavoro per verificare le condizioni ed i presupposti per un nuovo affidamento in house providing, verificando il rispetto di tutti i presupposti. Gruppo di lavoro che, ad inizio dicembre, ha consegnato la propria relazione, valutando positivamente il rinnovo e citando in particolare l’esperienza acquisita dalla società, i risultati positivi dell’azione di efficientamento economico messa in atto nell’ultimo triennio, del requisito di socialità, del numero di unità lavorative impiegate residenti nel territorio e l’esercizio del controllo analogo da parte dell’Adsp. Salve quindi le circa 70 unità impiegate in Pas.

«Questa decisione invia un messaggio positivo che riporta tranquillità tra il personale dipendente della Pas, che temeva legittimamente che un processo di esternalizzazione, con cessione ai privati, avrebbe con tutta probabilità avuto conseguenze negative, sui livelli occupazionali e sulle condizioni contrattuali – hanno commentato dal Pd – va segnalato, da un lato il clima di solidarietà diffusa che si è determinato attorno ad una vertenza sostenuta dalle organizzazioni sindacali e dall’altro il percorso lungimirante e responsabile scelto dall’AdSP. Le manifestazioni promosse, nel corso del tempo dai lavoratori, preoccupati per il proprio futuro, hanno infatti da subito raccolto il favore ed il consenso di Istituzioni e partiti, tra cui il nostro. Ciò ha contribuito senz’altro a catalizzare l’attenzione attorno ad una questione che richiedeva che venissero compiute scelte che avessero aderenza con gli interessi concreti della collettività. Ciò è avvenuto nel modo migliore. Infatti, il decreto presidenziale dell’AdSP fa seguito ad una attenta istruttoria, condotta da un gruppo di lavoro competente, allo scopo costituito, che ha certificato l’economicità del servizio, dei costi e delle tariffe applicate e, in definitiva, alla luce anche del rapporto di fiducia che negli anni si era consolidato, la tutela dell’interesse pubblico».

Un risultato dal quale, secondo i dem, si possono trarre alcune importanti indicazioni.

«L’impegno dei lavoratori, che non cede alla rassegnazione, guidato dalle organizzazioni sindacali, sostenuto da valide ragioni e da un ampio e unitario fronte di solidarietà può condurre a soluzioni positive – hanno concluso – l’altra conclusione alla quale si perviene è che la scelta delle privatizzazioni dei servizi quando ha uno sfondo ideologico non corrisponde all’interesse pubblico. L’auspicio è che quanto avvenuto per la Pas possa essere di scuola per tutte le situazioni analoghe, nelle quali spesso si scelgono facili scorciatoie senza preoccuparsi delle conseguenze sociali».