CIVITAVECCHIA - Era il 6 ottobre 2017 ed una piazza del Ghetto semi vuota accoglieva il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti all’evento organizzato dall’associazione Bic di Stefano Giannini. I massimi dirigenti disertarono quell’evento dopo che Zingaretti appoggiò la mozione Orlando in diversi eventi, alcuni anche in città.
A distanza di un anno e mezzo la situazione si è capovolta ed il Pd si è riscoperto profondamente zingarettiano.
Nelle primarie di domenica si è confermato il dato nazionale. Nello specifico sono state 1281 le persone che si sono recate ieri al seggio unico allestito presso la palestra del Pincio. Zingaretti ha ottenuto 928 voti, pari al 72%, Giachetti 258, pari al 20% e Martina 92, pari all’8%. Delle 928 preferenze di Zingaretti, 283 sono stati espressione diretta della lista “Liberi”, 57 della lista “Territorio” e 577 della lista “Piazza Grande”. Le schede nulle sono state due, mentre una sola è stata la lista bianca.
Rispetto alle elezioni che elessero Renzi segretario c’è stato un netto calo di voti (furono 2400 i votanti) ma il dato va letto nel dettaglio: in questo caso non c’era una vera e propria battaglia. Escluso Enrico Leopardo tutti i big del partito erano a supporto del governatore del Lazio.
La vittoria di Zingaretti avvicina l’entrata nel Pd di Enrico Luciani e Gino De Paolis, vicinissimi da sempre a Zingaretti. «Una storia iniziata nel 2008 – dichiara Luciani - con la vittoria alla Provincia proseguita nelle due legislature in regione Lazio. Diversamente da saltimbanchi di professione, che passano con semplicità sul carro del vincitore, noi ci siamo dalla prima ora. Ora ci vuole unità vera, per ribaltare e far risorgere la nostra città e il paese». Grande soddisfazione anche da parte di Germano Ferri: «Tutti insieme abbiamo dimostrato che il PD è ancora vivo, a noi ora spetta il difficile compito di ricostruire congiuntamente un partito che sia un’alternativa reale a destre, populismi e nazionalismi». Presente ai seggi anche Carlo Tarantino, candidato frutto di una sinergia tra le principali correnti del Pd che ora esce rafforzato da una segreteria nazionale sempre più collante tra Pd e Onda Popolare.