CIVITAVECCHIA – Il consigliere civico Vittorio Petrelli torna ad accendere i riflettori sull’Università Agraria di Civitavecchia e lo fa scrivendo al presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, indicando quelle che, a suo dire, sarebbero una serie di criticità e problematiche riscontrate nella gestione dell’ente di viale Baccelli. Non solo usi civici, quindi, questione ancora irrisolta nonostante le promesse e gli impegni presi anche dalla Regione stessa. 

«L’Agraria continua a vessare i cittadini sulla base di una sentenza demaniale che di fatto si deve ritenere superata a seguito del ritrovamento degli atti relativi alla vendita all’asta del 1827 dei canoni di quei terreni a favore di privati, in esecuzione di disposizioni dello Stato Pontificio – ha ricordato Petrelli - che sono state il fulcro di ben 13 sentenze emesse dal Commissariato agli usi civici che hanno stabilito l’allodialità dei terreni della Tenuta delle Mortelle e la inesistenza di qualsiasi diritto di uso civico. Sentenze che responsabilizzano sia lei che il suo assessore delegato ad intraprendere un’iniziativa in merito; per non parlare poi della inerzia della Direzione regionale per la mancata applicazione della sentenza della Corte d’Appello 103/’93 relativa ai terreni che coincidono con l’ex mappale 309, oltre 20 ettari di terreni ampiamente edificati, nonché per la corretta applicazione della sentenza Fumasoni Biondi. Civitavecchia continua ad essere vessata anche perché un territorio in cui non c’è la certezza della proprietà privata non è appetibile per alcun investimento da parte di imprenditori provenienti da fuori città. E la vessazione avviene da parte di un soggetto di cui sono evidenti certe anomalie amministrative».

Alle tante già segnalate, come quella delle mancate elezioni dopo circa quattro anni dalla scadenza del mandato quinquennale degli organi previsto dallo statuto dell’Ente, «il ritardo nell’approvazione del bilancio 2022, si sommano le epurazioni per 94 soci esclusivamente perché “scomodi”. Con la presente – scrive ancora Petrelli – vengo a chiedere se è corretto che l’Università Agraria possa utilizzare i fondi derivanti dalle affrancazioni per pagare le spese finalizzate alla promozione e realizzazione del prodotto agroalimentare “Olio di Traino” e successiva attività di promozione e pubblicizzazione del prodotto come da deliberazione della Università Agraria nr. 6 del 10.10.2024. È lampante che qualcosa è andato storto. Perché era stato programmato che dette spese dovevano essere coperte con fondi dell’Arsial, rispondendo ad apposito bando dell’Ente regionale. Sarebbe interessante sapere perché non sia stato approvato il finanziamento, e quali fossero le specifiche».

Petrelli entra quindi nel dettaglio di tutte le spese, per un totale complessivo di circa 37mila euro che, secondo il consigliere, «possono essere finanziate con la spesa corrente dell’Università Agraria, ma non con i fondi derivanti dalle affrancazioni come stabilisce l’art. 8/bis della L.R. 1/1986. Se invece fosse regolare l’operato dell’Agraria – ha concluso - sarebbe comunque interessante conoscere quali siano i proventi della commercializzazione del prodotto».