CIVITAVECCHIA – La stagione balneare è ormai entrata nel vivo, ma per la spiaggia di Sant’Agostino nulla sembra essere cambiato. Anzi, a fronte di proclami, intese e buone intenzioni, la situazione è ferma, imbrigliata nella solita rete di promesse non mantenute e burocrazie che sembrano destinate a non sciogliersi mai. Mentre il mare richiama ogni giorno centinaia di bagnanti, la realtà concreta che si presenta davanti agli occhi di chi raggiunge la spiaggia è fatta di degrado, disservizi e frustrazione. E non si tratta più solo di una questione di decoro urbano, ma anche e soprattutto di accessibilità negata e diritti calpestati. Solo poche settimane fa, in un clima che lasciava trasparire speranza e collaborazione, i Comuni di Civitavecchia e Tarquinia avevano annunciato la firma di un protocollo d’intesa per valorizzare la spiaggia di Sant’Agostino, da decenni crocevia balneare di residenti e turisti. Al centro del documento, la proposta di istituire un tavolo tecnico congiunto per affrontare i problemi atavici della zona, a partire dalla viabilità, dal decoro urbano e dai servizi minimi per l’accoglienza. Un'iniziativa salutata con favore da molti, specie da chi sperava in un’inversione di rotta rispetto alla storica indifferenza delle amministrazioni locali.

Ma a distanza di settimane dalla firma, quel protocollo resta una dichiarazione d’intenti rimasta sulla carta. Nessun tavolo tecnico è stato convocato, nessun progetto è stato messo in cantiere, nessuna comunicazione è stata fornita ai cittadini. I problemi, invece, sono ancora lì, sempre gli stessi. Basta arrivare a Sant’Agostino per rendersi conto dello stato delle cose. Strade dissestate, segnaletica carente, parcheggi improvvisati che si trasformano in trappole per auto e pedoni. I parcheggi riservati ai disabili, pochi e spesso inaccessibili, rappresentano una vergogna tangibile, in un luogo che dovrebbe invece essere simbolo di accoglienza e inclusività. Nessun intervento per migliorare i percorsi pedonali, nessuna attenzione alla pulizia dell’area. Un luogo che, invece di essere valorizzato, viene trattato come una periferia dimenticata.

Eppure la spiaggia è affollata ogni giorno da residenti, soprattutto civitavecchiesi, che da sempre considerano Sant’Agostino una sorta di "seconda casa" estiva. Un'affezione che stride con il disinteresse istituzionale, soprattutto se si pensa che la spiaggia appartiene amministrativamente al Comune di Tarquinia, ma è fruita in gran parte da cittadini di Civitavecchia. Negli ultimi anni, l’amministrazione comunale di Tarquinia si è ricordata improvvisamente di essere proprietaria dell’area. Il primo segnale? L’introduzione della sosta a pagamento, con tanto di cartelli e videosorveglianza. Un'operazione vissuta da molti come un modo per "fare cassa" sulle spalle di chi frequenta la zona, senza che a questo gesto sia seguita alcuna riqualificazione.

Né bagni pubblici né punti di ristoro comunali, né interventi strutturali o arredi urbani. Solo parcheggi a pagamento e multe. Il tutto nell’assordante silenzio della precedente amministrazione comunale di Civitavecchia, guidata da Ernesto Tedesco, che non ha mai sollevato pubblicamente il problema. Con l’elezione del sindaco Marco Piendibene, molti avevano sperato in un cambio di passo. Il primo cittadino aveva infatti annunciato, con Tarquinia, la stipula di un protocollo per dare finalmente risposte concrete ai frequentatori della spiaggia. Un annuncio che aveva riacceso l’interesse, e soprattutto le aspettative di chi da troppo tempo vedeva Sant’Agostino dimenticata da entrambe le amministrazioni.

Ma anche questa volta le promesse sembrano essersi dissolte al sole estivo. Il protocollo, ad oggi, resta inattuato. Nessun confronto, nessuna progettualità condivisa, nessun intervento sul campo. Solo silenzio e rassegnazione. E mentre i giorni passano, le segnalazioni di disagio si moltiplicano, così come l’indignazione di residenti e turisti. “Siamo stufi – racconta un cittadino civitavecchiese intervistato in spiaggia – ogni anno è la stessa storia. Veniamo qui da una vita, ma non è cambiato nulla. Solo più multe e meno servizi. L’accessibilità è un miraggio e nessuno si preoccupa dei bisogni reali delle persone. È una vergogna”.

Anche i residenti di Tarquinia, pur meno coinvolti direttamente nell’utilizzo della spiaggia, si dicono perplessi: “Se Tarquinia è proprietaria dell’area – spiega una signora del posto – allora dovrebbe farsi carico almeno della manutenzione. Invece sembra solo interessata a incassare”. La spiaggia di Sant’Agostino rappresenta un bene comune, un patrimonio naturale che merita ben altra attenzione da parte delle istituzioni locali. La collaborazione tra i Comuni di Civitavecchia e Tarquinia è necessaria e urgente, ma deve tradursi in fatti concreti, non in promesse.

Per ora, il tavolo tecnico è un miraggio. Ma la stagione è cominciata e con essa i disagi. I cittadini, esasperati, chiedono solo ciò che dovrebbe essere garantito per diritto: accessibilità, decoro e servizi. Continuare a ignorare la situazione significa voltare le spalle a migliaia di persone.

E se davvero si vuole valorizzare Sant’Agostino, il momento di agire è adesso. Prima che l’estate finisca e con essa anche l’ennesima occasione persa.