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FREGENE - Le notti sul lungomare tornano sotto osservazione. A riaccendere il dibattito sulla gestione della movida nel litorale nord di Fiumicino è stata la decisione del sindaco Mario Baccini di rimettere in funzione il sistema di videosorveglianza, fermo da tempo, per contenere gli eccessi notturni che durante le festività del 25 aprile e del primo maggio hanno riempito le pagine dei social e delle cronache locali. Schiamazzi, traffico impazzito, parcheggi selvaggi e bottiglie abbandonate.
Scene da “mala-movida” che hanno spinto il Comune ad adottare un’ordinanza di 30 giorni: musica spenta e stop agli eventi danzanti nei chioschi e negli stabilimenti.
La misura ha però scatenato una vera e propria tempesta politica.
I consiglieri di minoranza, guidati da Ezio Di Genesio Pagliuca, hanno bollato l’ordinanza come «una toppa improvvisata», accusando l’amministrazione di essere impreparata e incoerente. Tanto da invocare l’intervento del Prefetto. «Abbiamo scritto una lettera ufficiale – spiegano – perché la sicurezza e la qualità della vita dei cittadini non possono essere gestite in emergenza, ogni volta che scoppia il caos».
Una critica che trova eco anche nelle parole di Michela Califano, consigliera regionale e segretaria del Pd di Fiumicino: «Nel 2020, quando l’amministrazione di centrosinistra adottò un’ordinanza simile per contenere gli assembramenti in piena pandemia, il centrodestra fece fuoco e fiamme. Ora, dopo due anni al governo della città, si scoprono impreparati e si rifugiano nella repressione last-minute. La verità? Nessuno ha la bacchetta magica, ma almeno noi ci mettevamo onestà intellettuale», ha dichiarato. E conclude: «La domanda vera è: quale piano ha questa amministrazione per gestire l’estate in una delle località più sensibili e strategiche del territorio?».
Dalla maggioranza, intanto, arriva la voce di Alessio Coronas, capogruppo di Forza Italia al consiglio comunale di Fiumicino: «Non siamo contro la movida – chiarisce – ma serve rispetto per chi vive qui tutto l’anno. Gli esercenti vanno sostenuti, ma non si può pensare che il diritto al divertimento notturno scavalchi quello al riposo e soprattutto alla sicurezza. È un equilibrio sottile, che va costruito con responsabilità e regole chiare».
Ma proprio sulle “regole” si accendono nuove perplessità. Stefano Travaglini, imprenditore balneare di una famiglia storica del litorale, punta il dito contro l’ordinanza che impone lo stop alla musica dopo le 21.30: «Così si penalizza il turismo e si scoraggiano le attività economiche – ha commentato – invece di programmare una stagione con eventi, sicurezza e mobilità sostenibile, si sceglie la via più facile: il silenzio. Ma il silenzio non è una soluzione».
Il tema, infatti, è complesso. Fregene, nei mesi estivi, si trasforma in un polo attrattivo che attira migliaia di romani in cerca di serate al mare. Ma la convivenza tra chi lavora nei locali e chi vive stabilmente nel quartiere si fa ogni anno più difficile. Le proteste esplose dopo il ponte del 25 aprile sono solo l’ultimo episodio di una tensione latente: ingorghi chilometrici, parcheggi selvaggi, rifiuti ovunque, rumori fino a tarda notte. Il timore, per molti residenti, è che la stagione estiva possa degenerare.
La riattivazione delle telecamere di sorveglianza, secondo il sindaco, servirà anche a contrastare episodi di vandalismo, microcriminalità e inciviltà: «Vogliamo tutelare i cittadini e garantire un’estate più sicura», ha dichiarato Baccini annunciando la misura. Il problema è strutturale. Da anni si parla della necessità di un vero piano strategico per il litorale: parcheggi di scambio, navette, eventi diffusi e non concentrati in pochi punti, una mappa della sicurezza condivisa con forze dell’ordine e operatori economici. Nulla di tutto questo, però, è stato messo in campo, né in passato, né (ancora) oggi. E così, quando scoppia l’emergenza, si ricorre al divieto e alla videosorveglianza, nella speranza che basti a placare gli animi e riportare l’ordine.
Il teatrino tra maggioranza e opposizione non aggiunge e non toglie nulla al problema, che resta fermo negli anni, a prescindere dal colore politico di chi governa.
Meglio sarebbe sedersi tutti intorno ad un tavolo e ascxoltre le varie proposte dei balneari, delle associazioni, della minoranza e dei componenti della maggioranza. Poi sarà la polizia locale, di concerto con il governo cittadino, a intervenire.
In realtà un confronto del genee andrebbe programmato dopo le festività natalizie, in modo da poter organizzare tutto e sperimentare durante la primavera (per poi essere pronti in estate). Ma tant’è.
Comunque sia, l’ordinanza - come ogni ordinanza - ha una scadenza: 2 giugno. E cosa succederà dopo? L’estate è alle porte e i nodi restano sul tavolo. Aspettiamo di pobblicare comunicati stampa di proposte, di soluzioni possibili, di concrete idee da mettere in campo per discuterne, anche pubblicamente, con l’obiettivo di risolvere il problema.
Di polemiche, la città ne ha abbastanza, da una parte e dall’altra. Ricordo un vecchio detto di Deng Xiaoping: «Non importa se il gatto sia nero o bianco, se acchiappa i topi», a significare che quel che conta sono i risultati.