CIVITAVECCHIA – In attesa del varo della nuova giunta cittadina, con la sostituzione di almeno un paio di assessori, il commissario di Forza Italia Roberto D’Ottavio - uno dei due assessori in bilico - replica alle accuse del M5S, sottolineando come «nella politica normale ci sono i sindaci e le giunte che sono espressione dei consiglieri eletti dal popolo: se c’è una diversa visione su alcuni punti - ha spiegato - non è una bestemmia, ma la corretta dinamica politica di chi lavora per lasciare un'impronta positiva sulla città. Ciò è quanto sta avvenendo nella nostra coalizione. Noi non contiamo i “rimpasti” altrui, né il record di dimissioni, la grande fuga di chi aveva creduto in una favola e si è risvegliato in mezzo ai racconti di accerchiamenti fisici, alle accuse di insulti sessisti, ai veti incrociati che paralizzavano non solo le opere pubbliche ma anche la normale attività di privati e inermi cittadini. In una parola - ha concluso - non accettiamo alcuna lezione da chi è dovuto andare a pescare il ventunesimo in lista». Anche il partito democratico interviene sull’ennesimo rimpasto, «ad un anno dalle prossime elezioni amministrative. Un anno - sottolineano - è il tempo appena sufficiente perché chi ha l’ambizione a svolgere un ruolo da assessore capisca, sempre che ne abbia le competenze, il funzionamento della macchina di cui ha avuto in prestito le chiavi. Si tratterebbe ancora una volta di una mera, poco dignitosa, spartizione di potere e poltroncine. La città ha, purtroppo, ben altre emergenze sulle quali l’Amministrazione farebbe bene a cimentarsi. Energia e ambiente, occupazione, degrado urbano, servizi alla persona e alle imprese, commercio e turismo, sanità e cultura; e questo solo per stare ai titoli. Riteniamo necessario, se davvero si vogliono raggiungere alcuni obiettivi essenziali per lo sviluppo della città, chiamare a raccolta le forze sociali e produttive, assieme alle forze di opposizione e in modo condiviso, senza sterili partigianerie, spingere verso le migliori soluzioni. Ciò che si osserva è che non sono pochi coloro che pensano di lavorare in solitudine, ritenendo di poterne trarre un qualche marginale ed effimero beneficio di parte. Il risultato finale è dinanzi agli occhi di tutti: nessun risultato. L’unica consolazione, di fronte allo spettacolo deprimente offerto, è che sarebbero, per buona sorte - hanno concluso - gli ultimi atti di una Amministrazione, ricordata solo per ciò che non si è realizzato».

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