LADISPOLI - Uscire o no da Città Metropolitana di Roma Capitale? Il quesito, approdato nelle settimane scorse nel consiglio comunale di Santa Marinella (che ha detto “si”) e che già oggi dovrebbe essere discusso (dopo un rinvio a causa della mancanza del numero legale) nella massima assise di Civitavecchia, è pronto ad approdare anche tra i banchi dell’aula consiliare ladispolana. In sostanza i consigli comunali sono chiamati a decidere se “abbandonare” o meno Città Metropolitana e andare a costituire insieme agli altri comuni del litorale (da Viterbo a Fiumicino, passando per alcuni comuni dell’entroterra) una nuova provincia.
Dell'argomento se ne era parlato il 5 marzo scorso in un incontro pubblico promosso dall'amministrazione locale con il progetto presentato dal professor Enrico Michetti, ex candidato a sindaco di Roma.
A questo erano poi seguiti anche una serie di incontri (in Collina e a Cerveteri) promossi dal Partito democratico dove erano stati invece illustrati i "nodi" di un possibile "divorzio" da Città Metropolitana.
Ma a mancare, secondo il consigliere comunale d'opposizione, Roberto Garau, sarebbe il coinvolgimento diretto, tramite referendum, dei cittadini.
«Il 30 aprile il sindaco Grando porterà in consiglio comunale una delibera per aderire alla formazione della nuova Provincia, dal nome "Porta d'Italia" senza preoccuparsi di chiedere ai cittadini - ha detto - cosa ne pensano, anzi affermando che i cittadini non parteciperebbero e comunque i consiglieri comunali sono stati votati e quindi delegati, e possono decidere per tutti. Logicamente - ha proseguito Garau - se ciò accadesse Ladispoli non farà più parte dell'area Metropolitana di Roma. Questo è il metodo».
Bocciata, dunque, dal consigliere comunale, la possibilità di votare favorevolmente a un provvedimento che andrebbe ad intaccare la vita dei singoli cittadini: «Coinvolgerli direttamente dovrebbe essere una vicenda primaria», ha spiegato, annunciando un incontro «aperto a tutti» in programma domani alle 21 nella sede di via Anzio 18.

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