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TARQUINIA - La revoca della concessione dell’area deposito al Consorzio di bonifica è un altro tema che tiene banco in questi giorni nel dibattito politico cittadino. Anche il circolo di Tarquinia “Luigi Daga” di Sinistra italiana prende posizione contro la decisione dell’amministrazione Giulivi. «Durante la seduta dell’ultimo consiglio comunale - affermano da Si - è emerso che il Comune di Tarquinia abbia intenzione di sfrattare il Consorzio di Bonifica dalla storica base logistica (ex centro idroponico) ubicata sulla strada provinciale del Lupo Cerrino. Nel dibattito svoltosi non è assolutamente emerso quello che è realmente il complesso dei locali ubicati nell’ex Centro idroponico a differenza di come le ha descritte e rappresentate Maurizio Cerasa, ora assessore della giunta Giulivi ma anche ex dipendente del Consorzio di Bonifica della Maremma Etrusca, oggi Consorzio di Bonifica Litorale Nord». «Da come riportato in consiglio comunale - sottolineano da Si - sembra che non si conoscano bene le strutture presenti, tra le quali le serre (come comunemente vengono chiamate) e che funzione svolgono per l’ente di bonifica e per tutta la comunità, sia agricola che tarquiniese in genere. Il complesso ex idroponico serve come base operativa, logistica, deposito mezzi e magazzino del materiale che, quotidianamente, serve agli operai per affrontare le emergenze e le riparazioni comuni sul nostro territorio. Sostanzialmente è articolato in quattro blocchi, uno è l’ampio piazzale dove stanno in genere i mezzi pesanti (escavatori, terne, trattori e ruspe, ecc.), un altro è adibito ad officina attrezzata dove in genere vengono preparati i pezzi speciali per le riparazioni idrauliche, un altro ancora è il magazzino con tutto il materiale che occorre quotidianamente agli operai. Le serre sono state ristrutturate, bonificate dalla copertura iniziale in amianto con tutti i costi che ne sono voluti e sono adibite a deposito dei mezzi leggeri tipo auto, pick-up, furgoni e camion, poi ci sta la palazzina interamente ristrutturata adibita a mensa, spogliatoio con bagni e docce al piano terra e da una struttura per convegni al piano primo. Farla passare come un deposito di ferro-vecchio ci sembra alquanto poco carino nei riguardi di chi, da più di 50 anni, ci investe denari e risorse utili a tutta la comunità e che oltretutto rimane sempre di proprietà del demanio dello Stato. Riflettete bene sindaco Giulivi, assessore Cerasa e amministratori tutti, non sottraete a Tarquinia un altro bene per la comunità».