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SORIANO NEL CIMINO – È stata avviata la procedura per il riconoscimento dello stato di calamità naturale per i noccioleti della provincia di Viterbo, colpiti quest’anno da una grave crisi produttiva legata a fenomeni anomali come la cascola precoce e la presenza di frutti vuoti. A comunicarlo è Fabio Menicacci, commissario liquidatore della Comunità Montana dei Cimini e rappresentante del Comune di Soriano nel Cimino, che ha partecipato alla riunione del tavolo permanente convocato dalla Regione Lazio per affrontare l’emergenza. L’incontro, voluto su sollecitazione delle associazioni di categoria e dei produttori, ha visto la presenza dell’assessore regionale al Bilancio Giancarlo Righini e del consigliere Daniele Zelli. La Regione ha annunciato l’attivazione immediata delle pratiche per lo stato di calamità e il finanziamento di un progetto di ricerca da 30mila euro, affidato ad Arsial in collaborazione con l’Università della Tuscia, per contrastare la diffusione della cimice asiatica, uno dei principali fattori di danno per le colture. Nel suo intervento, Menicacci ha sottolineato la necessità di rafforzare la lotta biologica contro la cimice asiatica, evidenziando come nel territorio dei Cimini, e in particolare a Soriano, i lanci di insetti antagonisti siano stati del tutto insufficienti. Ha inoltre richiesto che, nella definizione delle misure di sostegno, venga data priorità ai produttori biologici e a coloro che adottano metodi sostenibili. Un altro punto rilevante emerso è la richiesta di considerare, nei possibili risarcimenti, non solo i danni di quest’anno, ma anche le difficoltà accumulate dal comparto negli ultimi cinque anni, segnati da eventi climatici estremi e raccolti ridotti. Infine, Menicacci ha proposto un’analisi scientifica sulla qualità delle nocciole colpite dal cosiddetto “cimiciato”, per valutarne l’eventuale utilizzo e mantenere una prospettiva commerciale. Il prossimo incontro del tavolo tecnico è previsto per l’8 settembre. L’obiettivo è arrivare a misure concrete e immediate per sostenere un settore strategico per l’economia agricola del viterbese.
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