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CIVITAVECCHIA - “L’accessibilità non è un favore, è un diritto”. Con queste parole, la signora Barbara Costanzo apre un intervento durissimo contro la situazione delle spiagge cittadine, dopo aver ricevuto numerose segnalazioni e aver effettuato personalmente un sopralluogo allo stabilimento balneare della Marina. «Il risultato di questo sopralluogo non è stato affatto confortante – afferma – perché, nonostante la normativa imponga criteri precisi per definire uno stabilimento realmente accessibile alle persone con disabilità, ho riscontrato un totale disinteresse verso la legge vigente da parte del Comune di Civitavecchia. È inaccettabile che nel 2025 si debba ancora denunciare questa mancanza di attenzione».
La Costanzo ricorda le norme di riferimento: la Legge 104/1992, il D.P.R. 503/1996 e l’art. 3 del Codice del Turismo, che sanciscono l’abbattimento delle barriere architettoniche e l’accessibilità come requisito fondamentale per l’offerta turistica. «Questi non sono consigli o suggerimenti, ma obblighi di legge. Non rispettarli significa violare diritti fondamentali». Poi entra nel merito dei requisiti: «Parcheggi riservati, passerelle fino agli ombrelloni, spazi adeguati, piattaforme accessibili, servizi igienici a norma e personale formato: non sono dettagli estetici, ma strumenti indispensabili per permettere a tutti di vivere il mare in libertà».
Costanzo punta il dito contro l’amministrazione: «Sindaco Piendibene, le concessioni vanno controllate. Non si può lasciare solo il privato che vuole fare impresa, lavandosene le mani come Ponzio Pilato. La politica dell’apparenza, dove si scarica la patata bollente sul gestore per dimostrare che state lavorando ‘per tutti’, disabili compresi, ha già dimostrato di essere fallimentare». Il confronto con altre realtà italiane è netto: «Prenda esempio da Jesolo, che con il progetto ‘Jesolo4All’ ha reso le sue spiagge completamente fruibili, con sedie da mare ‘Job’, passerelle fino alla battigia e personale formato; oppure da Viareggio, dove cooperative gestiscono stabilimenti accessibili con servizi di accompagnamento in acqua; o da Senigallia, nelle Marche, dove l’accessibilità è una priorità reale». Per Costanzo, la posta in gioco è anche economica e d’immagine: «Ogni aspetto di questa città è il biglietto da visita che lei, sindaco Piendibene, presenta al turista. E Civitavecchia dovrebbe vivere di turismo, non di lamentele e segnalazioni di disservizi. L’accessibilità deve essere al centro del dibattito politico e amministrativo, non relegata in fondo all’agenda».
Il messaggio finale è netto: «Il mare è di tutti. Le barriere architettoniche e l’indifferenza, invece, sono responsabilità di chi amministra. Uno stabilimento non adeguato non è solo un segno di incuria: è una violazione della dignità e dei diritti fondamentali di cittadini e cittadine che, come tutti, hanno diritto a godere del mare e del tempo libero senza ostacoli».