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CIVITAVECCHIA – Mettere in campo misure realistiche che aiutino ragazzi e famiglie. È questo lo spirito della mozione presentata dai consiglieri di opposizione Paolo Poletti e Luca Grossi, a seguito dei diversi episodi registrati in città nelle ultime settimane: risse, schiamazzi notturni, abuso di alcol, vandalismi e situazioni di degrado. Fenomeni che non riguardano solo Civitavecchia, ma molte realtà italiane ed europee, costringendo le amministrazioni a interrogarsi su come gestire una vita notturna che, negli anni, ha assunto una dimensione sociale sempre più complessa. Poletti e Grossi propongono quindi un pacchetto di interventi integrati, non solo repressivi ma anche sociali ed educativi. Cuore del documento è l’idea di un sistema che coinvolga istituzioni, forze dell’ordine, scuole, associazioni, esercenti e soprattutto i giovani, affinché la movida resti un momento di socialità e non si trasformi in un problema di sicurezza urbana. La mozione chiede innanzitutto al Comune di avviare, insieme alla Prefettura, un Patto per la Sicurezza Urbana, così da coordinare l’azione di polizia, servizi sociali e realtà territoriali. Prevista anche l’istituzione di un Tavolo Comunale per la Notte Sicura, aperto a residenti, imprese, terzo settore e rappresentanti politici di maggioranza e opposizione. Un luogo di confronto stabile, con funzioni consultive e di monitoraggio. Elemento innovativo è il progetto pilota di mediazione sociale notturna, con giovani operatori formati per ascoltare, prevenire conflitti e fornire informazioni, senza funzioni di polizia. Non si tratterebbe di nuove assunzioni comunali, ma di incarichi affidati tramite partenariati con soggetti del terzo settore. La mozione prevede inoltre campagne educative su uso responsabile degli spazi pubblici e dell’alcol, iniziative culturali e sportive serali, protocolli con gli esercenti e un sistema di monitoraggio con report trimestrali. Infine, l’impegno a cercare fondi regionali, nazionali ed europei per finanziare i progetti. «Servono risposte concrete – spiegano i proponenti – non più rinviabili».
IL TESTO DELLA MOZIONE: Misure integrate per la prevenzione della malamovida, la tutela della vivibilità urbana e il coinvolgimento dei giovani
Il Consiglio Comunale di Civitavecchia
PREMESSO CHE:
− negli ultimi mesi numerose città italiane - e anche Civitavecchia, come riportato dagli organi di stampa locale - sono state interessate da episodi riconducibili alla cosiddetta malamovida: risse, schiamazzi notturni, abuso di alcol, danneggiamenti, situazioni di degrado e interventi ripetuti delle Forze dell’Ordine;
− fenomeni analoghi sono registrati in molte città europee e vengono affrontati con approcci integrati che combinano prevenzione, mediazione sociale, collaborazione con gli esercenti, campagne educative rivolte ai giovani e interventi di sicurezza urbana;
− il tema della vita notturna ha assunto negli ultimi anni una dimensione sociale complessa: oltre agli aspetti di ordine pubblico, coinvolge dinamiche giovanili, situazioni di disagio, uso dello spazio pubblico, rapporti tra residenti e locali e l’impatto dei social media sulla mobilitazione dei gruppi giovanili.
CONSIDERATO CHE:
− la legge definisce la sicurezza urbana come bene pubblico afferente alla vivibilità e al decoro delle città, distinta dalle competenze in materia di ordine pubblico riservate allo Stato;
− numerosi Comuni italiani hanno avviato, in collaborazione con Prefetture e Forze dell’Ordine, progetti innovativi quali street tutor, mediatori della notte, protocolli con gli esercenti, tavoli permanenti per la notte e co-progettazioni con il Terzo Settore;
− le esperienze europee (Amsterdam, Rotterdam, Barcellona e altre città) mostrano che la gestione della vita notturna funziona solo se unisce prevenzione, educazione, interventi sociali, dialogo con i giovani e con gli operatori economici, oltre al coordinamento tra istituzioni.
RITENUTO CHE
− anche a Civitavecchia sia necessario adottare misure integrate che tutelino la sicurezza dei residenti e, allo stesso tempo, offrano occasioni di socialità sicura e responsabile ai giovani;
− le esperienze italiane ed europee dimostrano l’utilità di figure di mediazione sociale notturna capaci di prevenire conflitti, informare, ascoltare e segnalare situazioni critiche;
− qualunque intervento efficace deve inserirsi nel quadro normativo della sicurezza urbana integrata, disciplinata dal D.L. 14/2017 (cd. Decreto Minniti), che valorizza la cooperazione tra Sindaco e Prefetto quale presupposto di legittimità e di efficienza delle politiche per la sicurezza.
CONSIDERATO ALTRESÌ CHE:
− l’ipotesi di procedere ad assunzioni dirette di personale dedicato alla mediazione notturna risulta, nella pratica, non percorribile, poiché:
· il Comune è soggetto ai limiti assunzionali, alle soglie di spesa per il personale, al rispetto del Piano triennale dei fabbisogni e agli equilibri di bilancio, che impediscono la creazione di nuove posizioni prive di carattere essenziale per le funzioni istituzionali;
2 · la figura del “mediatore della notte” non rientra tra i profili comunali tipizzati e la sua istituzione richiederebbe procedure complesse, tempi prolungati, adeguata contrattualizzazione e formazione obbligatoria;
· l’attività si svolge in orari delicati e richiede coperture assicurative, responsabilità organizzative e gestione dei turni notturni che risultano più agevolmente affrontabili da soggetti del Terzo Settore o da imprese sociali specializzate;
− pertanto, in coerenza con le esperienze nazionali più avanzate, la modalità più sostenibile, rapida e coerente con i vincoli normativi è quella di affidare il servizio a enti qualificati tramite contratti di servizio, accordi di partenariato o co-progettazioni ex artt. 55–57 del Codice del Terzo Settore, lasciando a tali enti la selezione, la formazione e l’assicurazione degli operatori.
TUTTO CIÒ PREMESSO E CONSIDERATO
IL CONSIGLIO COMUNALE IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA:
1. A richiedere alla Prefettura l’avvio di un “Patto per la Sicurezza Urbana” ai sensi del D.L. 14/2017, finalizzato a:
a. definire interventi condivisi per la prevenzione e la gestione della malamovida;
b. coordinare l’azione di Polizia Locale, Forze dell’Ordine, servizi sociali e associazioni del territorio;
c. inserire la gestione della vita notturna in un quadro istituzionale stabile, verificabile e riconosciuto a livello ministeriale.
2. A istituire un “Tavolo Comunale per la Notte Sicura e la Vivibilità Urbana”, composto da:
a. rappresentanti dell’Amministrazione comunale;
b. Prefettura e Forze dell’Ordine (ove disponibili nel quadro del Patto);
c. Polizia Locale;
d. esercenti e associazioni di categoria;
e. associazioni giovanili, consulte studentesche e Terzo Settore;
f. rappresentanti dei residenti;
g. consiglieri comunali di maggioranza e opposizione, con funzioni consultive, propositive e di monitoraggio dei fenomeni connessi alla vita notturna.
3. A predisporre un “Progetto pilota di Mediazione Sociale Notturna”, che preveda:
a. assenza di nuove assunzioni comunali, privilegiando:
(1) contratti di servizio;
(2) accordi di partenariato;
(3) co-progettazioni con il Terzo Settore;
b. che i soggetti affidatari provvedano a:
(1) reclutamento dei giovani mediatori (preferibilmente 18–30 anni);
(2) formazione obbligatoria (comunicazione, gestione conflitti, alcool, minori, primo soccorso);
(3) coperture assicurative;
(4) organizzazione dei turni serali e notturni;
c. che i mediatori abbiano esclusivamente funzioni sociali, preventive e di ascolto, senza competenze di polizia, operando in raccordo con la Polizia Locale.
4. A promuovere un “Protocollo per la Notte Sicura” con esercenti e associazioni di categoria, finalizzato a:
a. migliorare la collaborazione pubblico–privato;
b. sensibilizzare su consumo responsabile, rispetto degli orari e decoro;
c. introdurre impegni condivisi per la gestione dei flussi nelle aree più critiche.
5. A sviluppare iniziative rivolte ai giovani, in collaborazione con scuole, università, associazioni culturali e sportive, finalizzate a:
a. offrire alternative culturali, artistiche e sportive nelle ore serali;
b. promuovere campagne educative su legalità, uso dei social, benessere psicologico, rispetto dello spazio pubblico;
c. favorire la partecipazione attiva dei giovani nella progettazione della vita notturna cittadina.
6. A istituire un sistema di monitoraggio trasparente, che preveda:
a. report trimestrali sugli interventi;
b. raccolta dati su risse, danneggiamenti, schiamazzi e interventi delle Forze dell’Ordine;
c. questionari periodici rivolti a residenti, giovani ed esercenti;
d. eventuali collaborazioni con università e centri di ricerca.
7. A riferire al Consiglio Comunale entro sei mesi, con una relazione sullo stato di attuazione, i risultati del progetto pilota e le eventuali proposte di ampliamento.
8. A individuare e utilizzare le fonti di finanziamento esterno, nazionali e sovranazionali, tra cui:
a. bandi del Ministero dell’Interno in materia di sicurezza urbana e prevenzione del disagio giovanile;
b. programmi della Regione Lazio dedicati a sicurezza urbana, politiche giovanili, rigenerazione di spazi pubblici e interventi socioeducativi;
c. fondi europei, tra cui FSE+, FESR, CERV e altri programmi pertinenti, anche tramite partenariati con il Terzo Settore;
d. ulteriori opportunità attivabili tramite bandi o accordi istituzionali, al fine di sostenere integralmente o parzialmente:
e. la selezione, formazione e operatività dei mediatori della notte;
f. le attività educative e sociali;
g. eventuali interventi di rigenerazione urbana nelle aree più interessate.
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