TARQUINIA - Ad una settimana dal voto per il rinnovo delle cariche all’Università Agraria di Tarquinia, si intensificano gli interventi dei candidati alla presidenza. Il candidato della lista “Civici per l’Agraria 2024”, Giovanni Marchetti, prende la parola per rispedire al mittente le accuse di inerzia nella gestione dell'ente.

«I locali ex Giove sono rientrati nel possesso dell’Agraria, dopo un lungo e tortuoso iter legato alla pratica di sfratto nei confronti dell'associazione 'Etruria Media'", spiega Giovanni Marchetti, attualmente vicepresidente facente funzioni.

Marchetti ricostruisce brevemente la vicenda.

"L'assegnazione dei locali - spiega Marchetti - si è rivelata abbastanza complessa in quanto ben tre bandi erano andati deserti. All'associazione che conduceva in locazione i locali, a causa del mancato pagamento dei canoni di affitto, è stato così notificato l'avviso di sfratto. Sebbene l'ente avesse ottenuto ad opera dell'avvocato Giuseppe Tedeschi la convalida di sfratto e l'ordinanza di rilascio da parte del tribunale di Civitavecchia, ci sono voluti necessariamente dei tempi 'tecnici' per concludere l'iter e ieri, 12 aprile, finalmente l'Università è rientrata nel pieno possesso del bene. Non solo, con il rilascio spontaneo dei locali, l'ente ha evitato l'esborso di ulteriori denari per le spese connesse alla fase esecutiva».

«Ritengo che ciò - prosegue Marchetti - possa rappresentare un altro apprezzabile risultato raggiunto da un'amministrazione improntata alla correttezza, trasparenza e all'interesse collettivo. Inoltre, con l'occasione vorrei restituire al mittente le critiche mosse nei miei confronti riguardo l'atteggiamento asseritamente tollerante che, secondo loro, avrei riservato all'associazione in occasione della festa di carnevale. Rispetto a questo episodio vorrei ricordare ai 'pierini di turno' che sebbene la predetta associazione fosse morosa, noi non avevamo nessuna titolarità nell'effettuare controlli per aspetti che riguardavano l'ordine pubblico. Le polemiche mosse nei miei confronti, dunque, non solo si sono rivelate assolutamente pretestuose, ma anche obiettivamente infondate e propalate al solo fine di screditare il mio operato». «Con la riacquisizione dei locali - conclude Marchetti - l'ente è tornato in possesso di un bene immobile di grande pregio e valore. L'emorragia di attività commerciali che sta colpendo il centro cittadino ci spinge a lanciare lo slogan 'No saracinesche abbassate', affinchè questi locali possano trovare la giusta visibilità, magari ospitando attività e iniziative di carattere turistico o culturale».

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