LADISPOLI - La rimozione degli alberi dagli argini del Vaccina non è passata inosservata. Numerose le segnalazioni e denunce sui social per quelle macchine che li hanno sradicati. E sulla vicenda è intervenuta anche Ladispoli Attiva che con i suoi consiglieri, Fabio Paparella e Gianfranco Marcucci, ha protocollato un'interrogazione a risposta scritta «rivolta all'Amministrazione Comunale per aver spiegazioni in merito e per verificare il rispetto delle normative in materia di spazi verdi urbani, in particolare della legge 113/1992 che impone di piantare un albero ogni nuovo nato entro 6 mesi dalla registrazione all’anagrafe e prevede l’informazione ai cittadini circa il luogo e la tipologia di albero piantato. La stessa legge, inoltre, obbliga il sindaco a rendere noto entro due mesi dalla fine del mandato il cosiddetto “bilancio arboreo” - spiegano dal movimento politico - riportando il “rapporto fra il numero degli alberi piantati in aree urbane di proprietà pubblica rispettivamente al principio e al termine del mandato stesso, dando conto dello stato di consistenza e manutenzione delle aree verdi urbane di propria competenza”. A Ladispoli in questi anni è stato piantato un albero ogni nuovo nato? Quale procedura viene seguita dal Comune per la comunicazione e la registrazione delle piantumazioni effettuate? Il sindaco Grando ha presentato il bilancio arboreo alla fine del suo primo mandato? Oppure le norme della legge 113 a Ladispoli sono state e continuano ad essere ignorate?». Intanto a spiegare cosa sta succedendo è l’assessore ai Lavori pubblici Veronica De Santis: «Le alberature sono state rimosse, secondo quanto previsto dallo Studio ambientale del progetto. Nei tratti dove sono previste le arginature realizzate con le palancole metalliche, gli elementi arborei ed arbustivi saranno rimossi ed al termine delle lavorazioni, saranno reimpiantate nuove essenze autoctone, a distanza opportuna dalle palancole, in modo che gli apparati radicali non contrastino con le stesse. Tali essenze, arboree ed arbustive, avranno un duplice scopo: quello di continuazione dei corridoi ecologici e quello di formare barriere».

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