Roma, 19 nov. (Adnkronos) - "Nellautomotive sono impegnati 13 milioni di cittadini, dargli una data di morte del settore crea ansia e problemi. Noi riduciamo le nostre emissioni ma ci sono altri paesi che aumentano del 200/300% le loro emissioni. Ecco perché certe reazioni avverse. Così il ministro Tommaso Foti, intervenendo all'evento 'Italia ed Europa: tra diffidenza e necessità' promosso da Italiavanti, progetto editoriale di SocialCom. Si dice che manchi una politica industriale europea- prosegue - ma si può fare una politica europea quando si fanno le norme per chiudere le industrie europee? Sulla chimica lEuropa crea le condizioni perché gli Stati abbiano le massime difficoltà possibili, e così nellautomotive e nella farmaceutica, come se lautomotive non fosse più un asse centrale dellindustria europea. Se andiamo a distruggere le colonne dErcole dellindustria europea, su cosa la costruiamo lindustria europea?. LEuropa ha diminuito la sua produzione di acciaio e alluminio, mentre da altre parti lhanno aumentata. Il mercato italiano è prossimo a essere invaso dal mercato cinese. Forse in questo caso i dazi non sono il male assoluto se diventano difensivi, come facemmo in passato sulla ceramica. Quando si iniziano a chiudere le produzioni simbolo di un paese e di un continente, cosa rimane? In cinque anni noi vedremo la decadenza dellindustria europea, perché a industrializzare un paese ci vogliono cinque anni, mentre a reindustrializzarlo ce ne vogliono trenta, conclude.