Roma, 20 nov. (Adnkronos Salute) - Lesecuzione di procedure mini-invasive comporta unimportante abbassamento dei costi grazie alla riduzione della degenza dei pazienti in ospedale, minori morbilità e mortalità. Così lavanguardia della radiologia interventistica ha ricadute importanti non solo sul benessere dei pazienti con operazioni meno impattanti, recupero molto più rapido e minori rischi di complicanze ma anche sulle casse del Servizio sanitario nazionale. È la realtà messa in luce in occasione del 42° Convegno nazionale della sezione di studio di Radiologia interventistica di Sirm-Società italiana di radiologia medica e interventistica. Levento che si svolge a Torino da oggi fino al 22 novembre riunisce fino a 800 tra clinici, docenti e operatori del settore per parlare di innovazione tecnologica e dellimportante collaborazione con le altre specialità cliniche, ma anche della necessità di ambulatori dedicati e rimborsi regionali. "Le innovative tecnologie radiologiche - spiega Paolo Fonio, presidente del Convegno ci permettono di operare i pazienti con interventi mininvasivi che preservano i tessuti, causano minori complicanze intra e post-operatorie e permettono di rientrare alla vita quotidiana presto, riducendo in modo importante i giorni di degenza ospedaliera previsti in caso di altre terapie più invasive. Si confrontano clinici di diverse specialità - aggiunge - a testimonianza del valore di queste terapie nella gestione integrata dei nostri pazienti: oncologi, chirurghi di diverse discipline ma anche anestesisti, che si stanno formando in tecniche di sedazione differenti rispetto a quelle utilizzate nella chirurgia tradizionale. Grande attenzione - precisa - anche gli aspetti organizzativi della nostra professione: la gestione dei materiali e la necessità di creare ambulatori specificatamente dedicati alla radiologia interventistica. È un tema che ci sta molto a cuore e che vorremmo portare allattenzione delle Istituzioni: eseguiamo migliaia di procedure lanno, eppure fatichiamo ancora a ottenere il giusto riconoscimento e la corretta visibilità, che ci permetterebbero di accedere a una maggiore operatività". La radiologia interventistica "nasce negli anni Sessanta - sottolinea Nicoletta Gandolfo, presidente Sirm come naturale evoluzione della radiologia diagnostica nel momento in cui i radiologi iniziavano a capire che, grazie alle immagini, non era possibile solo vedere linterno del corpo, ma anche agire al suo interno in modo mirato e poco invasivo: entrare in un vaso sanguigno con un semplice ago e far avanzare fili e cateteri in modo sicuro, non solo per studiarlo, ma anche per curarlo, dilatandone i tratti ristretti senza ricorrere alla chirurgia aperta". Nel corso "dei decenni successivi si sono affermate, e moltiplicate le procedure vascolari: angioplastiche, stent, embolizzazioni. La tecnologia migliora, gli apparecchi di radiologia sono diventati più precisi, le sale angiografiche più avanzate - osserva Gandolfo - e la figura del radiologo interventista ha progressivamente acquistato una identità ben precisa. Oggi la radiologia interventistica rappresenta in moltissimi casi unopzione terapeutica efficace e vantaggiosa, alternativa o preparatoria alla chirurgia non solo in ambito vascolare, ma anche in molte altre condizioni patologiche extra vascolari e oncologiche e nel trattamento delle emergenze. La Sirm promuove la formazione dei nuovi medici radiologi sia nel campo della diagnosi che della cura, con particolare attenzione alla sua branca interventistica, poiché si tratta di un settore promettente e molto dinamico, in grado di portare grandi vantaggi al sistema". "Oggi i pazienti sono molto più propensi ad accettare il trattamento con radiologia interventistica - evidenzia Luca Brunese, presidente Eletto Sirm - Questo perché la minore invasività e la riduzione dei rischi operatori e dei tempi di degenza rendono molto più accettabile questa opzione terapeutica, riducendo, in molti casi, anche i tempi di attesa dellintervento". Spesso "il ricorso alle tecniche di radiologia interventistica non rappresenta più solo unalternativa terapeutica, ma lopzione migliore, come nel trattamento delle ostruzioni delle arterie degli arti inferiori: il problema viene risolto efficacemente in via endovascolare, mentre anni fa era necessaria unoperazione molto impattante, che poteva richiedere anche 10 giorni di ricovero ospedaliero. Queste tecniche si stanno espandendo anche in altri distretti storicamente appannaggio della chirurgia tradizionale, come nel trattamento dellaneurisma addominale o in oncologia". "I nostri interventi prevedono lutilizzo di mezzi di diagnostica per immagini, come tac, ecografia, risonanza magnetica, angiografia e la tomografia computerizzata cone beam (Cbtc) conclude Giampaolo Carrafiello, direttore di Radiologia del Policlinico di Milano e professore dellUniversità di Milano Con lottimizzazione di queste tecnologie possiamo garantire al paziente una precisione e unaccuratezza un tempo insperate: questo comporta una maggiore sostenibilità per il sistema e per il paziente stesso, che può rientrare prima alle attività quotidiane e professionali. Gli interventi che effettuiamo sono validati per offrire unulteriore opzione di trattamento delle patologie, in collaborazione con gli specialisti di chirurgia tradizionale da cui veniamo guidati nella definizione della procedura più adatta per il paziente, e di cui non potremmo fare a meno".