Milano, 4 apr. (Adnkronos) - Per mesi a Giulia Tramontano, e il feto di Thiago, sono state somministrate dosi di Bromadiolone, un veleno per topi, dal "sapore amaro" e che ha, tra gli effetti collaterali, "mal di pancia" e la possibilità di emorragie della parete gastrica. Lo spiega, nell'aula del processo ad Alessandro Impagnatiello, accusato del femminicidio della 29enne, Mauro Minoli, medico tossicologo. "E' impossibile dire quando è iniziata la somministrazione di questo veleno che si accumula nell'organismo, soprattutto nel fegato che lo elimina in tempi molto lunghi (fino a dieci giorni). Nel capello di Giulia Tramontano era presente, quindi l'assunzione è avvenuta nell'arco degli ultimi due mesi. E' stato rilevato sia nella madre che nel feto, nel fegato di lei era in una quantità 30 volte superiore perché la placenta è riuscita un po' a eliminare la tossicità" spiega l'esperto. L'esperto non può dire "quante somministrazioni" sono state inflitte alla vittima, ma l'analisi del capello svela che "sicuramente l'ultimo mese ha una risposta più alta" che vuol dire che c'è "un aumento di somministrazione nell'ultimo mese, mese e mezzo" prima dell'omicidio del 27 maggio scorso a Senago, uccisa con 37 coltellate e il cui corpo è stato poi dato alle fiamme. "Sul corpo - conclude - è stato sparsa della benzina, alcuni reperti (indumenti, ndr) hanno trattenuto benzina, alcol e acetone". Con la testimonianza del quarto medico legale si chiude l'udienza: la prossima è fissata per l'11 aprile quando saranno ascoltati cinque testimoni dell'accusa.