Roma, 15 mag (Adnkronos) - "I dati sul gioco dazzardo, sia fisico che online, sono inequivocabili e al tempo stesso inquietanti. Cè voluta lennesima interrogazione del gruppo Pd per vedere finalmente concessi i numeri del gettito del giocato nel nostro Paese che ci consegnano una realtà ancora più grave di quella immaginata". Lo dicono i deputati democratici Stefano Vaccari, segretario di presidenza della Camera, e Virginio Merola, capogruppo Pd in commissione Finanze. "Nel 2024 il totale del giocato è stato di oltre 157 miliardi, 6,5% in più rispetto al 2023, con una sostanziale stabilizzazione del gioco fisico che è in attesa della riforma di settore ed un aumento concentrato sul gioco online che la riforma lha già avuta, godendo dei conseguenti benefici. Dal sistema giochi nelle casse dello Stato vanno poco più di 11 miliardi, una cifra importante ma irrisoria rispetto al totale della raccolta i cui benefici sono ad appannaggio dei grandi interessi", proseguono. "Senza contare che per anni il ministero dellEconomia e delle Finanze, ha giustificato lincremento dei giochi sotto lombrello statale per debellare i fenomeni degenerativi che lazzardo produce, a tutto beneficio delle casse erariali. I dati, oggi, ci dicono il contrario sia sul versante dellaumento delle situazioni di regressività sociali, economiche e dellillegalità prodotte da questo fenomeno e sia dalle somme di denaro che rimangono nelle tasse dellErario, dicono ancora i deputati del Pd. (Adnkronos) - "Resta ancora da capire ed insisteremo per avere anche questi dati, quanti soldi spende lo Stato per contrastare malaffare ed illegalità presente anche nel comparto del gioco legale e il preoccupante fenomeno della ludopatia che colpisce ogni anno migliaia e migliaia di cittadini. Tema autorevolmente segnato anche dalla Corte dei Conti che ha segnalato, in una relazione depositata in Parlamento, come il gioco dazzardo continua a presentare risvolti anche patologici e costi sociali non trascurabili", dicono ancora gli esponenti dem. "Cosa rimane dunque di quegli 11 miliardi non è dato sapere e tantomeno la regressione culturale e sociale di un Paese che investe sul gioco dazzardo. Si fermi dunque il governo con le sue riforme di parte - concludono - e convochi gli Stati generali dei Giochi, con tutti i portatori di interesse, per una riflessione congiunta che consenta di riscrivere le norme mettendo al centro le persone e tenendo conto delle criticità ormai evidenti, concludono.