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TOLFA - “Tolfa, cercasi “colletta” per Sant’Egidio (e non solo): tra tasse, bandi-lampo e assenze istituzionali, cresce il malcontento”. Si apre così la nota del Partito Democratico di Tolfa con la quale criticano le scelte della maggioranza. “A Tolfa la tradizione non manca, ma a quanto pare nemmeno la creatività in politica - proseguono dal Pd di Tolfa - è di questi giorni la notizia – ancora non smentita – che un assessore della giunta Bentivoglio avrebbe chiesto ai commercianti locali di contribuire economicamente all’organizzazione della festa patronale di Sant’Egidio, con l’obiettivo di renderla più degna”. Una proposta che ha subito acceso gli animi, tra ironie amare e perplessità dei pidini e della segretaria del partito collinare Sharon Carminelli. “Dopo la tassa sui rifiuti, ci mancava solo quella sull’orgoglio patronale”, ha commentato più di un esercente. La richiesta è stata vissuta da molti come “l’ennesimo segnale di disimpegno del Comune, che ancora una volta si affida alle energie di altri per tenere vivo il paese”. Dal Pd a tal proposito rimarcano: “Se c’è una realtà che negli ultimi anni ha dimostrato concretezza e capacità è proprio l’associazione dei commercianti, che a suon di iniziative autofinanziate ha portato eventi, persone e luce nelle vie del centro. Un dinamismo costante, fatto di progettualità, fatica e spirito di comunità, che finora ha supplito a molte delle mancanze dell’ente pubblico”. La segretaria del Pd e consigliera comunale di opposizione, Sharon Carminelli e gli altri del partito criticano poi un altro aspetto: “Nel frattempo, e senza troppo clamore, è stato diffuso anche il cartellone estivo degli eventi, che sembra confermare una tendenza ormai nota: la macchina amministrativa non organizza quasi nulla in autonomia, mentre il tessuto associativo locale continua a muoversi con inventiva e determinazione. Dalle sagre ai festival, dalle attività per famiglie agli appuntamenti culturali, sono sempre le realtà locali – spesso senza risorse pubbliche – a costruire l’offerta estiva del paese. E se sul piano culturale la delusione è forte, non va meglio sul fronte dei servizi essenziali. La ciliegina sulla torta è arrivata in questi giorni, con il bando per l’iscrizione alla sezione primavera per l’infanzia, che scade lunedì. Un termine stretto, pubblicato con scarsa comunicazione e, come se non bastasse, reso ancora più problematico dal fatto che – a quanto riferitomi da diversi cittadini – l’ufficio preposto a raccogliere le domande risultava chiuso proprio nel giorno utile per la consegna. Una disorganizzazione che lascia sconcertati, soprattutto in un ambito delicato come quello educativo. Tutto questo non emerge da indagini complesse né da lunghi processi burocratici, ma semplicemente parlando con i cittadini, camminando per le vie del paese, ascoltando chi lo vive ogni giorno. Un gesto semplice, che però sembra sfuggire a chi dovrebbe amministrare. Se solo assessori e consiglieri di maggioranza facessero un giro, invece di limitarsi ad aggiornare ogni tanto la pagina Facebook istituzionale scoprirebbero che Tolfa non è solo un contenitore di eventi o una vetrina social, ma un luogo vero, con persone vere, problemi veri e tanta voglia di essere ascoltate. In un momento storico in cui le comunità chiedono vicinanza, trasparenza e attenzione concreta, episodi come questi rischiano di allargare la distanza tra istituzioni e cittadinanza. Una distanza che, a Tolfa, non si misura solo in metri, ma in occasioni mancate, porte chiuse e silenzi istituzionali. Per ora, i cittadini continuano a “fare” al posto di chi dovrebbe guidare. Ma la domanda resta: fino a quando?”
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