ALLUMIERE – “Da 134 a 60 ore settimanali: è questa la drastica riduzione delle ore destinate agli OEPAC (Operatori Educativi per l’Autonomia e la Comunicazione) nella scuola di Allumiere, come emerge dalla delibera di giunta comunale recentemente pubblicata sull’albo pretorio”. A tuonare dalla collina sono i consiglieri di opposizione dei gruppi PD e Insieme per Allumiere Antonio Pasquini, Nicol Frezza, Sante Superchi e Enrico Fracassa che, facendosi portavoce dei propri gruppi criticano questa scelta che: “Rappresenta un grave passo indietro per la tutela dei diritti degli studenti con disabilità e bisogni educativi speciali. Il taglio – che supera il 60% delle ore complessive rispetto al fabbisogno stimato – riduce drasticamente la presenza di figure fondamentali per l’inclusione scolastica. Oltre alle 134 ore inizialmente previste, la scuola aveva richiesto ulteriori 10 ore per interventi di CAA (Comunicazione Aumentativa e Alternativa), necessari per garantire un supporto efficace e personalizzato”. Secondo i consiglieri Frezza, Fracassa, Superchi e Pasquini “La decisione dell’amministrazione ha portato il monte ore a sole 60, una quantità che appare del tutto inadeguata rispetto alle necessità reali degli alunni.

Gli OEPAC rappresentano un presidio educativo imprescindibile all’interno delle scuole: il loro compito è favorire l’autonomia, la comunicazione e la piena partecipazione degli studenti con disabilità, affiancando insegnanti e famiglie in un lavoro quotidiano di sostegno e inclusione”. Privare gli alunni di questo supporto significa, secondo il PD e Insieme per Allumiere “mettere a rischio il diritto allo studio e l’uguaglianza sostanziale sanciti dalla Costituzione”. “Il fabbisogno complessivo – stimato in base alle certificazioni e alle valutazioni individuali degli studenti – superava le 140 ore - spiegano ancora dal Partito Democratico e da Insieme per Allumiere - l’attuale dotazione, invece, appare profondamente insufficiente e incapace di garantire un percorso scolastico sereno, dignitoso e realmente inclusivo”. La riduzione delle ore, denunciano i gruppi di opposizione: “Avrà ricadute gravi e immediate: meno tempo di assistenza individualizzata per gli studenti con disabilità; maggiore carico di lavoro per i docenti, già impegnati in classi complesse; rischio di isolamento, regressione e frustrazione nei percorsi educativi personalizzati. Famiglie e operatori del settore esprimono profonda amarezza e indignazione per una scelta che sembra ignorare i bisogni concreti di chi vive ogni giorno la realtà scolastica. La scuola dovrebbe essere il luogo per eccellenza dell’accoglienza e delle pari opportunità. Negare un adeguato sostegno significa tradire questa missione”. Le forze di opposizione chiedono un immediato ripensamento da parte della giunta comunale, e in particolare della vice sindaca e assessora alla Pubblica Istruzione, Marta Stampella, che con il suo voto ha approvato la delibera del taglio. “Ci chiediamo come si possa parlare di scuola del futuro – scrivono in una nota – mentre le scelte concrete vanno nella direzione opposta, riducendo strumenti essenziali per l’inclusione. L’inclusione non può essere fatta a costo zero e non può essere sacrificata alle logiche di bilancio”. Il Partito Democratico e Insieme per Allumiere annunciano che continueranno a mobilitarsi per difendere i diritti degli studenti più fragili e per riportare al centro del dibattito politico il valore dell’inclusione scolastica. “Non possiamo accettare – affermano Superchi, Fracassa, Frezza e Pasquini – che nel 2025 l’inclusione venga trattata come un lusso. Ogni ora tagliata è un passo indietro nella civiltà educativa della nostra comunità. Continueremo a chiedere con forza che le ore OEPAC vengano ripristinate e che la scuola di Allumiere torni ad essere un modello di accoglienza e attenzione per tutti. La nostra è una posizione netta e ferma, che mette al centro i diritti dei bambini e delle famiglie e che sollecita una riflessione più ampia sul modo in cui le istituzioni locali intendono garantire l’inclusione e la qualità della scuola pubblica”.

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