CERVETERI – Al grido di “Fermiamo l’attacco alla palude di Torre Flavia”, scatta la petizione popolare di Scuolambiente Roma Nord a cui hanno aderito associazioni e comitati per bloccare i due progetti a ridosso dell’oasi. Indice puntato sul comune di Ladispoli perché per i manifestanti «ha adottato una variante al Prg nel 2019 - oggi al vaglio della Conferenza di Servizi – che prevede l’espansione della città sui terreni agricoli a ridosso della palude per un totale di 400mila nuova cubature, dalle quali sono attesi oltre 4.500 nuovi abitanti». I fautori dell’iniziativa parlano anche di una trasformazione, tramite la variante, di oltre 800mila mq da agricoli a residenziali. E poi grandi proteste per il recente piano del glamping approvato dalla giunta comunale etrusca in sui terreni in località Stallonara. «Ricade nella fascia di rispetto della Zona di protezione speciale – ricordano i comitati – ma con delibera dello scorso 7 aprile la giunta di Cerveteri ha sancito l’interesse pubblico di questo progetto che prevede l’installazione di 82 bungalow, 70 piazzole di sosta camper, quattro fabbricati adibiti a servizi igienici, un immobile destinato ad ospitare la reception, spazio di somministrazione, market, locali a servizio delle suddette attività e, al piano primo dell’immobile, palestra e spazi ricreativi e la realizzazione di due piscine di cui una coperta con tensostruttura».

IL DISTRIBUTORE

I pericoli non sarebbero finiti qui per il monumento naturale. «Sempre in località Stallonara – prosegue la raccolta firme - è in corso di valutazione presso la Regione Lazio la proposta di realizzare un distributore di benzina sullo stesso territorio». Entrambe le iniziative potrebbero rappresentare una seria minaccia per la palude. «Devono essere considerati diversi fattori di rischio – aggiungono – come l’aumento della pressione antropica sul territorio circostante l’area tutelata sia dei turisti che usufruiranno del camping sia dei nuovi residenti, poi l’aumento della superficie non drenante di un territorio già soggetto ad allagamenti, l’aumento del flusso di passaggio dei mezzi di trasporto sulle strade al confine con la palude e aumento dei rischi di inquinamento legati all’esercizio dell’attività di distribuzione carburanti». Infine l’appello alle istituzioni locali affinché attuino cancellazioni e revoche dei rispettivi progetti urbanistici, richieste che al momento però non sono state prese in considerazione.

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