MONTALTO – «Fer selvaggio, il problema non è stato in fase di autorizzazione, ma in fase di attuazione, soprattutto negli ultimi tre anni». Lo afferma il comitato no al fotovoltaico selvaggio di Montalto di Castro e Pescia Romana che lancia un appello: « È necessario uscire dalla retorica e dire le cose come stanno, con chiarezza. Continuare a ripetere che “le autorizzazioni erano già state rilasciate” non spiega ciò che è successo davvero sul territorio e soprattutto non chiarisce dove il Comune di Montalto aveva e ha tuttora margini di intervento reali». Il comitato chiede un’assemblea pubblica per fare il punto della situazione sul futuro per la tutela del territorio e della salute.

1️⃣ «FASE DI AUTORIZZAZIONE: POTERI COMUNALI MOLTO LIMITATI»

«In fase di autorizzazione degli impianti Fer, soprattutto quelli rilasciati anni fa, il Comune non aveva il potere di negare i permessi – spiega il Comitato – In quella fase:  le competenze erano regionali o statali; il Comune poteva esprimere pareri negativi; quei pareri incidevano poco o nulla sull’esito finale; molte autorizzazioni erano atti dovuti, non scelte politiche. Per questo è fuorviante continuare a concentrare il dibattito solo su quella fase».

2️⃣ «FASE DI ATTUAZIONE: È QUI CHE IL FER È DIVENTATO SELVAGGIO»

«Il vero problema – spiega il comitato – non è nato sulla carta, ma nella fase di attuazione e realizzazione, che si è concentrata soprattutto negli ultimi tre anni. In questo periodo: i cantieri si sono moltiplicati; gli impianti sono stati realizzati tutti insieme; l’impatto è diventato; cumulativo e fuori scala; il territorio ha iniziato a subire danni concreti e permanenti. Ed è proprio in questa fase che il Comune aveva e ha strumenti reali di intervento».

3️⃣ «IN FASE DI ATTUAZIONE IL COMUNE POTEVA E PUÒ INTERVENIRE»

«Durante la realizzazione degli impianti il Comune non è uno spettatore passivo. Può intervenire con strumenti concreti, tra cui: controlli puntuali sui cantieri; verifica del rispetto delle prescrizioni ambientali, edilizie e paesaggistiche; contestazione di opere difformi, strade abusive, movimenti terra non autorizzati; applicazione di sanzioni amministrative ed edilizie; diffide e sospensione dei lavori in caso di violazioni;  tutela della viabilità comunale, con limitazioni o divieti ai trasporti eccezionali; interventi a tutela della sicurezza e dell’incolumità pubblica, soprattutto vicino alle abitazioni; azioni per la tutela della salute dei residenti; valutazione del rischio di surriscaldamento del suolo; interventi sul rischio idrogeologico aggravato dai lavori; sospensione dei lavori in caso di interruzione di servizi essenziali, inclusa l’energia elettrica; emissione di ordinanze contingibili e urgenti; coinvolgimento del Prefetto in caso di problemi di ordine pubblico o sicurezza; segnalazioni a Arpa, Carabinieri Forestali e altri enti competenti; ricorsi al Tar e richieste di sospensiva in presenza di danni gravi e irreversibili. Un impianto autorizzato non autorizza a devastare un territorio.

4️⃣ «IL PICCO DEL FER SELVAGGIO È NEGLI ULTIMI TRE ANNI»

«Questo punto va detto chiaramente – aggiunge il comitato – La massima espansione del Fer non è avvenuta dieci anni fa; si è verificata soprattutto negli ultimi tre anni; quando la pressione sul territorio è diventata evidente; quando la somma dei progetti ha superato ogni soglia di sostenibilità. È in questo periodo che l’inerzia istituzionale pesa di più».

5️⃣ «PERCHÉ CHIEDIAMO UN’ASSEMBLEA PUBBLICA»

«Chiediamo un’assemblea pubblica perché vogliamo sapere: come il Comune intende procedere da ora in avanti – afferma il comitato - quali strumenti intende usare nella fase di attuazione; perché negli ultimi anni molti di questi strumenti non sono stati utilizzati; come intende tutelare salute, sicurezza e vivibilità del territorio. Il silenzio non è più accettabile».

6️⃣ «NON È IDEOLOGIA, È DIFESA DEL TERRITORIO»

«Contrastare il Fer selvaggio non significa essere contro le rinnovabili – afferma il comitato no fer selvaggio – Significa essere contro: la concentrazione senza limiti; l’assenza di pianificazione; la trasformazione dei territori in zone di sacrificio.

7️⃣ «RESTARE IMMOBILI È UNA SCELTA. E NON È NEUTRA»

«Oggi il Comune ha ancora strumenti – chiude il comitato – Usarli o non usarli è una responsabilità politica, non tecnica. Il Fer selvaggio non si ferma con le parole. Si ferma nei cantieri, nei controlli, nelle ordinanze, nelle sanzioni e nelle decisioni prese alla luce del sole».

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