CERVETERI – Multiservizi, scontro aperto tra maggioranza e opposizione. Prosegue senza esclusione di colpi il duello fra Alessandro Gazzella, assessore della giunta Gubetti e l’opposizione sulla gestione di Multiservizi Caerite. «Un’altra occasione persa dall’opposizione» è l’affondo di Gazzella, che in una lunga nota replica alle critiche, rivendicando i risultati ottenuti quando fu amministratore unico (2013–2015) e accusando i consiglieri avversari di pretestuosità. «L’iniziale mancanza di esperienza – sottolinea – è stata compensata da buon senso, onestà intellettuale e risultati concreti. Mai, prima di allora, la società aveva chiuso in utile. Abbiamo messo ordine, ridotto sprechi e avviato procedure più trasparenti. È facile oggi parlare, ma in quegli anni serviva coraggio per prendere decisioni difficili». Gazzella ricorda una serie di interventi di spending review, rinegoziazioni di contratti e riduzioni di costi, fino al “prestito” Comune–Società che avrebbe consentito un risparmio di oltre 100mila euro di interessi passivi. «Non si può fare politica basandosi su mezze verità – aggiunge – e soprattutto non si possono lanciare accuse senza conoscere la complessità di governare una partecipata. La nomina è politica, sempre, ma ciò non significa che manchi il merito. E sul direttore generale, lo ribadisco: non è obbligatorio secondo statuto». I membri dell'opposizione passano al contrattacco: «Gazzella predica, ma gli atti lo smentiscono. Il governo di una partecipata non si prova, si esercita con atti, controlli e responsabilità». Ricordano come gli utili «mai visti» rivendicati dall’assessore siano stati superati negli anni successivi (bilanci 2016–2021) e accusano l’ex AU di «aver beneficiato di stampelle» extra-business: il prestito del Comune, adeguamenti contrattuali e un «clima favorevole» dato dalla nomina a Dg del marito della segretaria generale. Oggi la realtà è questa: Dg vacante da quasi due anni, report trimestrali incompleti e senza data certa, organismo di vigilanza a lungo assente, abbattimento del capitale deliberato ma non attuato. «L’e-commerce è stato spento senza una relazione costi-benefici e la gestione si regge su margini minimi con linee di credito sfruttate al limite. Non servono slogan, servono atti concreti». L’opposizione insiste anche sulla trasparenza: «Serve un Amministratore Unico scelto per merito, con criteri pubblici, griglie di valutazione e dichiarazioni di inconferibilità e incompatibilità chiare. Bisogna ripristinare la legalità statutaria sulla figura del Dg: se si vuole eliminarla, lo si faccia con una modifica ufficiale e motivata. Inoltre, chiediamo pubblicazione integrale dei report 2024–2025 e l’esecuzione immediata delle delibere pendenti, a partire dall’abbattimento del capitale. Il rumore non paga stipendi, non abbassa i debiti e non rispetta gli statuti. Nelle partecipate valgono le regole, non le prediche».

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