TARQUINIA - Un grido grande, per Edo, con tutto il loro amore. È quello che hanno voluto esprimere i genitori di Edoardo Costa, mamma Cristina e papà Carmelo, a pochi giorni dal rinvio dell’udienza che avrebbe dovuto portare davanti al giudice del tribunale di Civitavecchia i medici legali, dottor Cipolloni e dottor Del Gaudio, che eseguirono l’autopsia sul corpo del giovane 18 enne di Tarquinia morto per una fibrillazione ventricolare il 26 aprile 2016, pochi istanti prima di alzarsi dal letto per andare a scuola.

Un'udienza saltata, per trasferimento del giudice, che getta un'ombra sulla possibilità di conoscere la verità su quanto accaduto.

”Abbiamo sempre cercato di vivere il nostro dolore con dignità e discrezione - affermano Cristina e Carmelo - perché consapevoli che il dramma sia solo il nostro. Teniamo a precisare che non abbiamo sporto nessuna denuncia, ma fu il magistrato di turno che il 26 aprile del 2016, quando Edoardo giunse morto al pronto soccorso, volle vederci chiaro. In questo lungo percorso siamo stati umiliati, abbandonati, presi per visionari".

"Solo due grandi professionisti - aggiungono Cristina e Carmelo - hanno sposato la nostra causa, gli avvocati Bruno Sgromo e Jacopo Macrì, nei confronti dei quali riponiamo tutta la nostra stima e infinita gratitudine. Non abbiamo mai mollato, sia per l’amore e la memoria di nostro figlio ma soprattutto perché il suo caso poteva essere studiato e dare un contributo alla ricerca, per le morti improvvise giovanili. Se il sacrificio di Edoardo avrebbe potuto salvare anche una sola vita, tutte le nefandezze di cui siamo stati testimoni avrebbero potuto avere un senso. La nostra non è una mera sete di giustizia, il nostro obiettivo è la verità e la ricerca. Noi siamo certi di avere dato sempre il cento per cento, nonostante le nostre poche risorse, per questo non ci sentiamo sconfitti, ma disgraziati si”.