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Altre quattro persone legate al boss della mafiosa turca di Baris Boyun, arrestato a maggio 2024 a Bagnaia, sono state arrestate nell’ambito della prosecuzione delle indagini relative al blitz di due anni fa in cui sono state fermate 19 persone. Le ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite a carico di quattroturchi nell’inchiesta della Dda di Milano. Uno di loro era già detenuto a seguito di mandato di arresto internazionale, indagato per banda armata con finalità di terrorismo oltre che per associazione per delinquere aggravata anche dalla transnazionalità, finalizzata alla commissione di una serie di reati tra cui quelli di detenzione e porto abusivo di armi anche clandestine, traffico internazionale di armi, favoreggiamento immigrazione clandestina, omicidi, stragi, traffico di sostanza stupefacente, riciclaggio, falsificazione di documenti d’identificazione, reati questi ultimi contestati anche agli tre indagati . L’attività investigativa costituisce prosecuzione di altre svolte dagli investigatori della Sisco di Milano, della Squadra mobile di Como e dal Servizio centrale operativo di Roma, che aveva portato all’arresto di altri 19 cittadini turchi, alcuni dei quali stabilmente presenti e radicati sul territorio nazionale, con a capo Baris Boyun oggi a detenuto al 41 bis, accusato di banda armata con finalità di terrorismo per avere compiuto e organizzato numerosi attentati in Turchia e omicidi anche in altri Paesi europei, tra cui anche la Germania. Reati tutti finalizzati a destabilizzare gli assetti dello Stato turco e a creare allarme sociale anche in Europa.
Le successive indagini, condotte tramite l’analisi delle risultanze delle attività tecniche, continui servizi di pedinamento e controllo, nonché grazie ai contributi provenienti dagli scambi informativi con altri Paesi, hanno consentito di delineare le figure di altri quattro soggetti, odierni arrestati, i quali, secondo l’impostazione accusatoria, farebbero parte anch’essi del medesimo gruppo criminale di matrice turca, nell’ambito del quale avrebbero svolto svariati compiti in relazione ai reati-fine dell’associazione, e specificatamente traffico di armi e di sostanze stupefacenti e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, spostandosi continuamente in diverse zone d’Italia e in altri Paesi europei. L’esecuzione dei provvedimenti cautelari ha coinvolto circa cinquanta poliziotti del Servizio centrale operativo di Roma, della Sezione investigativa S.c.o. di Milano, della squadra mobile di Como con il supporto dei colleghi delle Questure di Viterbo e Pistoia e dei reparti prevenzione crimine “Lazio” e “Toscana”, nonché delle Unità operative di primo intervento (U.O.P.I.). I reparti operanti sono altresì impegnati in contestuali operazioni di perquisizione delle abitazioni e degli altri luoghi a disposizione degli indagati sul territorio nazionale.



