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CIVITAVECCHIA – A un anno dal lancio, “Love Civitavecchia” fatica a decollare. Il portale turistico creato con fondi comunali ha messo in ordine attrazioni e luoghi d’interesse – la sezione culturale è ampia e ben curata – ma sconta una bassa adesione delle attività economiche, proprio quelle che dovrebbero trasformare la curiosità del visitatore in pernottamenti, cene e servizi. I numeri parlano chiaro: sul sito compaiono soltanto 16 strutture ricettive e 6 tra ristoranti e pizzerie, a fronte di un’offerta cittadina che conta oltre duecento B&B e decine di locali.
Le ragioni sembrerebbero essere diverse. In primis c’è l’iscrizione delle attività nell’ambito di una “manifestazione d’interesse” sempre aperta: una procedura percepita come macchinosa, specie per microimprese e B&B familiari. A questo si sommano un posizionamento digitale modesto, l’assenza di campagne di marketing dedicate e contenuti poco dinamici (quasi nessun video, aggiornamenti rari). Anche dettagli non secondari – come l’immagine in homepage della Statua del Bacio alla Marina, rimossa mesi fa – restituiscono un’impressione di scarsa manutenzione editoriale.
L’obiettivo del portale resta condivisibile: offrire una vetrina unica a chi sbarca dalle crociere o arriva per turismo di prossimità. Perché funzioni, però, serve un cambio di passo: iscrizione con form diretto (senza PEC), tutorial e assistenza, integrazione con schede Google e social, call to action chiare in più lingue, contenuti video e storytelling, SEO e campagne mirate, QR code in porto e alla Marina, aggiornamenti redazionali costanti.
Il turismo a Civitavecchia ha numeri importanti: trasformarli in indotto locale richiede strumenti semplici, visibili e vivi. “Love Civitavecchia” può ancora diventare quello strumento, ma deve parlare il linguaggio – e i tempi – del web.
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