FIUMICINO – Ha ribadito con fermezza la propria innocenza la nuora di Stefania Camboni, la sessantenne trovata senza vita nella sua abitazione a Fregene. A dichiararlo sono stati ieri i suoi legali, gli avvocati Anna Maria Anselmi e Mariagrazia Cappelli, al termine dell’incontro con la loro assistita, al momento l’unica indagata per l’omicidio. Le indagini, coordinate dalla Procura e ancora in corso, si stanno concentrando su una serie di elementi che al momento sembrano ruotare intorno alla sua figura.

Secondo quanto riferito dai difensori, la donna avrebbe fornito ai magistrati spiegazioni puntuali in merito agli indizi contestati. In particolare, uno dei punti centrali riguarda una ricerca effettuata su Google: “come togliere il sangue dal materasso”. Un dettaglio inquietante, che aveva destato l’attenzione degli inquirenti, ma che la donna ha giustificato parlando di motivi personali e fisiologici.

“Ha detto che in questi giorni aveva il ciclo mestruale – hanno spiegato i legali – e che il materasso si era macchiato. Per questo aveva cercato online un rimedio per smacchiarlo. Una circostanza che è stata verificata con una visita medica, che ha confermato lo stato mestruale della nostra assistita”.

Altro elemento finito sotto la lente è stato l’interesse manifestato per il veleno. Anche in questo caso, la difesa ha chiarito che non si trattava di un veleno per arrecare danno alle persone, ma di un prodotto per estirpare le piante infestanti. “Era un discorso già affrontato anche con la stessa Stefania Camboni – hanno precisato le avvocate – non c’è nulla di anomalo in quella ricerca”.

L’elemento che al momento ha portato la Procura a iscrivere la donna nel registro degli indagati sarebbe legato soprattutto alla sua presenza in casa al momento della morte della suocera. Un dato oggettivo, ma che – secondo la versione fornita dalla difesa – non implica alcuna responsabilità concreta. “La nostra assistita ha detto di non aver sentito nulla – sottolineano Anselmi e Cappelli – perché quella sera aveva assunto dei farmaci per dormire prescritti dal medico, e dormiva con i tappi nelle orecchie”.

La ricostruzione fornita ieri mira a chiarire l'assenza di movente, così come la mancanza di elementi decisivi che possano collegare direttamente la donna al decesso della sessantenne. Gli inquirenti, tuttavia, proseguono con gli accertamenti, inclusi quelli tecnici e scientifici, per verificare ogni dettaglio del racconto.

In attesa dell’autopsia e di ulteriori riscontri forensi, il quadro rimane ancora incerto, ma la difesa insiste sulla necessità di non trarre conclusioni affrettate. “Le circostanze coincidono, ma non ci sono prove – affermano –. Lei è distrutta per quanto accaduto e non ha nulla da nascondere”.