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FREGENE – Nei giorni precedenti l’omicidio aveva cercato sul web come avvelenare a morte una persona e subito dopo l’omicidio, aveva navigato su internet per cercare come ripulire il materasso dal sangue. È quanto sta emergendo dalle indagini dei carabinieri del nucleo investigativo di Ostia, coordinati dalla procura della Repubblica di Civitavecchia, sull’omicidio di Stefania Camboni, la donna di 58 anni, trovata morta ieri mattina nella sua abitazione di Fregene, in provincia di Roma.
Nella notte, gli investigatori hanno fermato, con l’accusa di omicidio aggravato dalla minorata difesa e di abuso di relazioni domestiche e di ospitalità, Giada Crescenzi, di 31 anni, convivente e compagna di Francesco Violoni, il figlio della vittima. La coppia, viveva al piano superiore di un villino che condividevano con la cinquantottenne.
Secondo quanto sarebbe emerso sin dalla prime battute delle indagini, all’interno della famiglia della vittima c’erano dei dissapori legati a questioni ereditarie, ma che non avrebbero portato al delitto. La donna uccisa non vedeva di buon occhio la nuora che era fidanzata con il figlio da circa un anno.
I due si erano conosciuti sul posto di lavoro, dove erano impiegati come guardie giurate all’aeroporto di Fiumicino, ma Giada Crescenzi da qualche mese non lavorava più con l’istituto di vigilanza.
Nelle scorse settimane, probabilmente a causa dell’inasprimento dei rapporti con la suocera, la 31enne aveva pubblicato un annuncio sulla pagina Facebook del gruppo di Fregene, perché cercava un appartamento in affitto dove poter andare con Francesco e i due gatti.
Prima del fermo, alcune dichiarazioni e un grossolano tentativo di depistaggio, consistito nel far ritrovare il portafogli della vittima vicino all’automobile, abbandonata fuori strada con il muso messo in una cunetta, per cercare di far credere che il movente dell’omicidio fosse una rapina, aveva portato gli investigatori a concentrare le attenzioni su di lei.
Inoltre la porta d’ingresso dell’appartamento al piano terra della Camboni non presentava segni d’effrazione.
Il marito della vittima, Giorgio Violoni, che in passato aveva giocato a calcio con la squadra del Maccarese e poi con le giovanili della Lazio, è morto nel 2020 ed era molto conosciuto nella zona. Questa circostanza aveva particolarmente colpito la 58enne, che ultimamente temeva che la fidanzata del figlio lo avrebbe allontanato definitivamente.
L’avvocato Massimiliano Gabrielli, legale di parte civile dei figli e della sorella di Stefania Camboni, ha spiegato: «Si è trattato di un omicidio brutale, avvenuto nel sonno e con premeditazione, lo confermerebbero le ricerche fatte sul web dalla persona fermata. Escludiamo il furto in casa. Attendiamo i riscontri degli ulteriori esami e della autopsia ed alla quale parteciperemo con il nostro consulente per ricercare conferme ulteriori all’ipotesi del PM sulle modalità di aggressione e ora della morte».
Domani nel carcere di Rebibbia a Roma, si terrà la convalida del fermo.
Sempre nella mattinata di domani è prevista l’autopsia all’istituto di medicina legale della Sapienza, in piazzale del Verano a Roma.