CERVETERI – Una sorpresa non per tutti l’ex sindaco amministratore unico della Multiservizi. È l’incarico che ha ottenuto Alessio Pascucci, figlio di un accordo con la sindaca, Elena Gubetti. L’opposizione però non ci sta e non le manda a dire. «Questa nomina – scrive in blocco la minoranza - è un atto di arroganza che offende l’intelligenza dei cittadini e segna il punto di caduta di un percorso ormai chiaro. È finito il tempo degli alibi e delle scuse su vincoli esterni: è evidente che l'azienda viene trattata non come uno strumento industriale, ma come un terreno di spartizione politica per placare gli appetiti della maggioranza. Affidare la principale partecipata a chi ha guidato il Palazzo per due mandati non è una coincidenza, ma un messaggio politico devastante che certifica l'assenza di discontinuità e la volontà di ricollocare un pezzo centrale del sistema di potere». Piovono alte critiche. «Non si è cercato il miglior profilo industriale – proseguono nella nota -, ma si è operata una scelta di palazzo. Smettiamola di incensare le presunte doti politiche dell'ex sindaco: qui non servono abilità da comizio o manovre di segreteria, che risultano del tutto inadeguate, se non dannose, per una realtà come Multiservizi che gestisce farmacie, cimiteri e manutenzioni con bilanci complessi e margini ridotti. Per guidare un'azienda in difficoltà servono esperienza industriale vera e capacità di lettura dei conti, non abilità nel gestire correnti e voti. L'avviso pubblico richiedeva competenze tecniche precise: chiediamo brutalmente se, tra tutti i candidati, non esistesse davvero un profilo più aderente alle esigenze di utility. Finché non vedremo i verbali e i curricula, la risposta resta una sola: è prevalso l'equilibrio politico sull'interesse dell'azienda». L’opposizione è critica al massimo. «Il timore fondato è che la priorità non sarà il risanamento, ma il consolidamento di un sistema di potere fatto di nomine e fedeltà personali, trasformando Multiservizi in un centro di ricollocazione politica ed elettorale invece che in un'azienda di servizi. Non c’entrano voci di corridoio, ma la responsabilità politica della sindaca Elena Gubetti. Il suo operato conferma una preoccupante continuità con il vecchio sistema, arrivando a ricollocare l'ex sindaco al vertice e concentrando un potere enorme nelle stesse mani. La sindaca sa bene che questa scelta appare come una resa ai ricatti interni e ai bilancini dei consensi, e chi finge di non vederlo prende in giro la città». Infine la promessa: «Non faremo sconti: presenteremo un accesso agli atti per verificare la procedura e chiederemo un consiglio comunale dedicato, pronti a trasmettere tutto alla Corte dei Conti se necessario. L'azienda richiede trasparenza, non slogan vuoti su esperienze amministrative generiche. La nomina di Pascucci è una scelta politica forte che porta una firma chiara: la sindaca sappia che su quella firma, da oggi, non ci saranno più alibi. Suona grottesca, oggi, la disperata difesa della sindaca in Aula quando, per salvarsi dalla sfiducia, definiva il commissariamento una "sciagura": alla fine il Comune lo ha commissariato lei stessa, non con un funzionario dello Stato, ma riconsegnandolo ufficialmente nelle mani di chi ha sempre tenuto saldamente le redini del comando».