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SANTA MARINELLA - La “Croce del Giubileo”, simbolo del pellegrinaggio delle Misericordie d'Italia, ha fatto tappa a Santa Marinella. Un evento che ha visto i volontari della Confraternita e la comunità della parrocchia del Carmelo celebrare non solo l'Anno Santo 2025, ma anche un momento di grande fraternità che coincide con la ripresa dell'anno pastorale. È stata questa una domenica di grande spiritualità che ha celebrato, anche grazie alle parole del parroco, Padre John, l'importanza sul territorio dell'associazione di volontariato della Misericordia attiva accanto alla comunità dei cristiani e parrocchiale nelle opere di aiuto e sostegno alla popolazione. Il percorso itinerante della Croce consegnata nelle mani della Confraternita di Pirri in Sardegna, risponde all'esigenza di far vivere il Giubileo coinvolgendo tutte le realtà territoriali delle Misericordie in un percorso che attraversa l'intera penisola. L'icona spirituale è stata benedetta da Papa Francesco, ed è realizzata interamente in legno di ulivo, albero che richiama il significato di pace, rigenerazione e riconciliazione. Sulla croce è impressa la parola pace in diciotto lingue del mondo e sull'asse orizzontale il motto del Giubileo "Pellegrini di Speranza". La croce e l'icona, dopo Santa Marinella, proseguiranno nel loro percorso che sta toccando tutta l'Italia, portando con sé i segni della fede, della sofferenza, della pace e della carità. La croce ha avuto un momento di rilievo anche in occasione del Giubileo del Volontariato in Vaticano. Questa icona itinerante è stata voluta dal correttore spirituale nazionale delle Misericordie d'Italia, Sua Eccellenza Monsignor Franco Agostinelli, per sottolineare l'importanza dell'anno giubilare per tutto il movimento. “È stato un onore - ha commentato a nome di tutti i volontari il Governatore della Confraternita di Santa Marinella, Stefano Di Stefano - aver condiviso con la comunità parrocchiale una domenica di festa ma anche di riflessione sui valori del volontariato e della solidarietà. Il Vangelo di oggi, che parla della guarigione dei dieci lebbrosi, tratto dal Vangelo di Luca e del solo Samaritano tornato per ringraziare Gesù incarna perfettamente lo spirito della Misericordia e della Buffa veste nera che dal 1244 indossiamo. E’ una veste nera che simboleggia la povertà e lo spirito di carità. Anche la celata, il cappuccio che cela il volto di chi indossala buffa ha il suo significato profondo in quanto ogni opera di carità e di aiuto va sempre compiuta in silenzio, anonimamente senza nulla chiedere in cambio se non la gioia di aver potuto donare e ridare speranza a persone in difficoltà. Senza chiedere o pretendere gratitudine. Certo negli anni i nostri abiti, e le nostre divise sono cambiate, sono diventate più colorate, ma la volontà che ci anima e che ci dà la forza è sempre la stessa, dare, donare senza nulla pretendere in cambio se non la grazia di Dio. Rivolgendomi poi ai bambini che oggi iniziano il loro cammino di catechesi, li invito a diventare nostri amici perché loro sono già nei nostri cuori e noi vorremmo essere con le nostre divise sgargianti, e seppur senza le ali, i loro angeli custodi. Infine, un ringraziamento va al consigliere Alessio Manuelli che, in rappresentanza del sindaco Pietro Tidei e del Comune, oggi è voluto stare al nostro fianco, in questo evento non solo di spiritualità, ma anche di condivisione dei valori universali di fratellanza con tutta la comunità cristiana”. ©RIPRODUZIONE RISERVATA