L’autunno è appena cominciato, ma per l’amministrazione del sindaco Marco Piendibene si preannuncia tra i più difficili. A partire da Civitavecchia Servizi Pubblici, che avrebbe dovuto consegnare a metà settembre un nuovo Piano di Ristrutturazione Aziendale. Ad oggi, nessun piano è stato trasmesso al Comune, nonostante sia stato formalmente richiesto. E ora si attende con ansia il bilancio al 30 settembre, dopo l eperdite dei primi due trimestri. Nel frattempo, per garantire la continuità dei servizi, il Comune ha prorogato fino a febbraio 2026 i contratti relativi all’igiene urbana e ai servizi cimiteriali, impegnando oltre 2 milioni di euro per i primi due mesi del 2026. Una soluzione tampone che conferma quanto la governance dell’azienda navighi a vista. Intanto i sindacati protestano per la riorganizzazione del lavoro e il taglio del turno notturno, e dopo lo sciopero generale di venerdì scorso nel fine settimana la città è stata invasa dai rifiuti.

Ma CSP non è l’unico fronte aperto. Un’altra grana esplosiva riguarda il mercato di piazza Regina Margherita, dove pare ci sia stato uno scontro indiretto ma piuttosto acceso tra gli assessori Scilipoti (Lavori pubblici) e Giannini (Ambiente). In ballo c’è la questione degli alberi da abbattere: una seconda perizia voluta da Giannini ha superato quella della precedente amministrazione, ma non è mai stata trasmessa alla Soprintendenza, che ha quindi espresso un parere paesaggistico basato su dati ormai superati. Una leggerezza grave, che potrebbe rendere il procedimento viziato e compromettere il progetto Pnrr, già “cortissimo” con i tempi, che da contratto sforeranno i termini di rendicontazione imposti dal Piano Nazionale.

Intanto, il Comune ha incassato anche la figuraccia dei gazebo “gratis” poi smentiti dai documenti, confermando che nulla è gratis nella pubblica amministrazione, nemmeno le bugie.

A proposito di Soprintendenza, i rapporti sono sempre più tesi. Nei giorni scorsi, il Comune e il fondo immobiliare (oggi proprietario dell'immobile) hanno impedito l’accesso alla soprintendente Margherita Eichberg, arrivata personalmente a Civitavecchia, e ai suoi funzionari, nella casermetta che ospita gli affreschi del Ventennio, vincolati per il loro valore storico e artistico. Pubblici ufficiali a cui è stato impedito di svolgere i propri compiti di uffici. In altre circostanze la vicenda sarebbe già finita all’attenzione della Procura della Repubblica. L’assessore D’Antò, come al solito al centro di tutto, ha minimizzato, confidando a qualcuno in Comune che le tempere potranno essere spostate a Roma per essere esposte. Una resa culturale che sa di beffa: come un assessore che di civitavecchiese ha solo la residenza intende sbarazzarsi prima possibile di un pezzo di patrimonio culturale cittadino, spedendolo altrove anziché valorizzarlo.

Ed è sempre D’Antò, il “sindaco aggiunto”, a dettare i tempi anche su questo fronte, pure esso legato al fondo immobiliare: la futura sede della Asl in via Pecorelli, a due passi dal tribunale, dove il Comune ha già speso quasi 300mila euro per una sbarra automatica al parcheggio. Così, mentre il sindaco prova a mantenere l’equilibrio in una maggioranza fragile, tra Avs in silenzio e il Pd diviso, le vere scelte strategiche sembrano in mano al sindaco ombra e ai consulenti esterni, mentre ormai la macchina amministrativa è ferma e di fatto senza “propri” dirigenti attivi. E la città paga il prezzo della confusione, delle bugie a buon mercato e dell’incapacità di decidere con trasparenza. Per il sindaco, l’inverno è già iniziato.

©RIPRODUZIONE RISERVATA