di BARBARA LA ROSA

 

E' terminato con l' assoluzione per non aver commesso il fatto il procedimento penale a carico di Domenico Pugliese, accusato di spaccio di sostanze stupefacenti all' interno del carcere di Borgata Aurelia. Un dibattimento durato tre anni nel corso del quale accusa e difesa hanno cercato di ricostruire ciò che avvenne la sera del 14 luglio del 1999 quando Antonella Di Grazia e Sollowa Belkir, due detenute presso il carcere di Aurelia, vennero trovate riverse nei loro letti, a causa di overdose da eroina. Una volta rianimate, la Belkir accusò la compagna di cella di averle somministrato la droga. Iniziò, quindi, un processo a carico di Antonella Di Grazia e Domenico Pugliese, compagno di lei che quella mattina andò a trovare la donna in carcere, per introduzione e spaccio di sostanze stupefacenti all'interno della casa circondariale di Aurelia. La morte, poi, della donna lo scorso anno, determinò la chiusura del processo a suo carico, facendo restare in piedi solo quello nei confronti dell'uomo. Nell'udienza di discussione, il Collegio dato ragione alla tesi difensiva dell'avvocato Pier Salvatore Maruccio, respingendo la richiesta di condanna ad un anno ed otto mesi formulata dal Pubblico Ministero. Decisive sono state le prove di innocenza raccolte durante la fase del dibattimento: infatti l' imputata Di Grazia era solita ottenere la droga durante i colloqui con i parenti; per questi motivi l' incontro con Pugliese è stato tenuto sotto stretta sorveglianza dal personale del carcere e, una volta terminato, i due sono stati sottoposti ad una perquisizione che ha permesso di fugare qualsiasi ulteriore sospetto.