I carabinieri del Comando provinciale di Viterbo, alle prime luci dell’alba di questa mattina, hanno condotto un'importante operazione nel comune di Vetralla, eseguendo sei custodie cautelari in carcere emesse dal gip su richiesta della procura nei confronti di altrettante persone di cui cinque stranieri provenienti dall'Africa sub-sahariana e un italiano, tutti accusati di aver gestito un fiorente traffico e spaccio di cocaina ed eroina.
Le misure cautelari in carcere scaturiscono da un’indagine, convenzionalmente denominata “Nigeria”, avviata a maggio dell’anno scorso dai carabinieri del Nucleo investigativo di Viterbo coordinata dal sostituto procuratore Paola Conti.

La base operativa dello spaccio era un’abitazione messa a disposizione dall’italiano in cui risiedevano gli arrestati. Da qui, infatti, fornivano quotidianamente di droga un elevato numero di clienti. Lo spaccio consisteva principalmente nella vendita di cocaina, ma anche da una significativa disponibilità di eroina, acquistata incessantemente da tossicodipendenti che non esitavano a recarsi presso il punto vendita, talvolta portando con sé i propri figli, alcuni dei quali erano così piccoli da essere trasportati nei passeggini.
L'organizzazione di questo gruppo criminale, pur nella sua apparente semplicità, si è rivelata altamente efficace. Ogni membro partecipava attivamente alle operazioni di consegna delle sostanze stupefacenti, utilizzando diverse modalità per soddisfare le richieste dei clienti, che comunicavano le loro necessità tramite segnali convenzionali o telefonate, rendendo così il sistema di spaccio immediato e accessibile.
L’attività investigativa ha consentito di acclarare che il gruppo criminale, in un breve periodo, ha realizzato un provento di oltre 200mila euro, frutto della vendita di alcuni chilogrammi di cocaina ed eroina.
L’indagine, diretta dalla Procura di Viterbo, ha interrotto un traffico di sostanze stupefacenti che affliggeva il tranquillo centro cittadino della Tuscia da un periodo di tempo significativo. Questo intervento ha anche messo in evidenza l’efficacia della criminalità di matrice etnica africana, dimostrando la sua capacità di radicarsi e operare in un contesto territoriale relativamente ristretto come quello di Vetralla.