Giuseppina Nuti è morta per cause naturali. La 90enne scomparsa da Canale Monterano il cui cadavere è stato fatto ritrovare dal figlio maggiore, Romeo Droghini, nei boschi del Lago di Vico non è stata uccisa. E’ quanto emerge dall’autopsia.

Il figlio era stato arrestato per occultamento di cadavere  ma tra le ipotesi di reato c’era anche quella di omicidio. Ora è stato scarcerato ma resta indagato per occultamento di cadavere e truffa ai danni dello Stato per aver indebitamente percepito la pensione della madre dopo essere morta.

A distanza di circa un mese e dopo un intenso sforzo investigativo, i carabinieri del nucleo operativo di Ronciglione, coordinati dalle procure di Civitavecchia e di Viterbo, hanno fatto luce sulla misteriosa scomparsa della donna, di cui non si avevano più notizie dal 24 gennaio scorso. 

Sotto la direzione delle due procure, i militari hanno inizialmente eseguito un fermo di indiziato di reato nei confronti del figlio 60enne della donna, disoccupato e residente a Caprarola. Successivamente, è stato rinvenuto il corpo della donna, occultato in un bosco della Riserva del lago di Vico.

L'allarme sulla scomparsa della donna era stato dato dall’altro suo figlio, residente in Emilia Romagna, che non riusciva a mettersi in contatto con la madre da diversi giorni. Dopo averla cercata invano e, di fronte al rifiuto del fratello di consentirgli di contattarla, quest'ultimo ha presentato denuncia presso una caserma dell'Arma attivando immediatamente le operazioni di ricerca.

Le indagini hanno rivelato che il Romeo Droghini aveva ritirato la pensione della madre all'inizio del mese e successivamente si era dileguato, spegnendo i telefoni cellulari. L'uomo era stato individuato dai carabinieri di Ronciglione dopo aver passato la notte in un bed and breakfast in provincia. Di fronte all'accelerarsi degli eventi, è stato emesso un provvedimento di fermo nei suoi confronti dalla procura di Civitavecchia e solo a quel punto, sotto la pressione degli investigatori, l'uomo ha confessato di aver occultato il cadavere della madre ed ha fornito indicazioni alle autorità per il ritrovamento.

Tuttavia, la vicenda ha subito un nuovo sviluppo dopo che il referto autoptico ha accertato che la donna è deceduta per cause naturali ed è quindi stata derubricata la fattispecie di reato di omicidio, ipotizzata inizialmente. I

Il fascicolo è stato quindi trasferito a Viterbo, ove la procura assieme ai carabinieri di Ronciglione sta continuando le indagini al fine di delineare in modo compiuto gli ultimi aspetti non chiari della vicenda ed il suo esatto svolgimento.