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FIUMICINO - La città si prepara a celebrare il Giorno del Ricordo con un’iniziativa di forte valore simbolico e storico. Sabato 8 febbraio, alle 11, sul molo di Ponente, nel tratto finale di via Torre Clementina, verrà inaugurata la Passeggiata del Ricordo, un percorso dedicato alla memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. Durante la cerimonia sarà svelata una targa in travertino e saranno inaugurate cinque panchine commemorative, destinate a diventare un segno tangibile della volontà di non dimenticare una tragedia che ha segnato la storia nazionale.
All’evento parteciperanno il Sindaco di Fiumicino, Mario Baccini, il Presidente del Consiglio Comunale, Roberto Severini, oltre ad assessori e consiglieri comunali. L'iniziativa è aperta a tutta la cittadinanza, per offrire un momento di riflessione su una delle pagine più dolorose del Novecento italiano.
Istituito nel 2004 con la legge n. 92, il Giorno del Ricordo viene celebrato ogni 10 febbraio per commemorare i massacri delle foibe e l’esodo forzato di oltre 250.000 italiani dall’Istria, dalla Dalmazia e dalla Venezia Giulia nel secondo dopoguerra. Una tragedia a lungo taciuta, che solo negli ultimi decenni ha trovato il giusto spazio nella memoria collettiva. Le foibe, cavità carsiche naturali, furono utilizzate per eliminare migliaia di persone, vittime di violenze politiche ed etniche tra il 1943 e il 1947, durante e dopo la Seconda guerra mondiale. Le persecuzioni furono parte di un più ampio contesto di tensioni tra italiani e slavi in quelle terre di confine, segnate da una storia complessa di convivenza e conflitti. L’arrivo delle truppe jugoslave di Tito portò a una feroce repressione contro coloro che venivano considerati oppositori del nuovo regime, in un clima di vendette e ritorsioni. Molti italiani furono costretti ad abbandonare le proprie case, lasciando terre che per secoli erano state parte della cultura e dell’identità italiana. La scelta di installare una targa in travertino e di riservare cinque panchine a questo ricordo rappresenta un segno concreto di sensibilità storica e di impegno civico.