CERVETERI - «Non so che dire ... Dopo 7 lunghissimi anni "giustizia" è stata fatta, anche se essa non cancellerà le sofferenze patite finora ....». Inizia così la lettera di una delle vittime di abuso dell'80enne di Cerveteri dopo la conferma della condanna a 9 anni. Una lettera piena della sofferenza vissuta in quel periodo e in questi sette anni di vicenda giudiziaria, dove le «è stata rubata l'infanzia», «la spensieratezza che dovrebbe avere una bimba di 9 anni». Anni in cui «l'uomo nero», quello che da piccoli raccontano potrebbe arrivare se non si fa i bravi bambini, «mih a rubato una cosa che nessuno mi restituirà mai». Un uomo nero che lei ha deciso di combattere, anche se il dolore e il male causato, «è una ferita sempre aperta e dolorante che nessuno potrà chiudere». Una vita in trappola, un'infanzia strappata via e con essa anche i sorrisi e la spensieratezza che ogni bambino dovrebbe avere. «Sono anni che mi guardo allo specchio e non mi riconosco, anni in cui vivo nella paura, anni di colpe,anni in cui ho perso me stessa, anni in cui ho perso parti di me che nessuno mai potrà ridarmi, perché una parte di me un po’ è morta quel giorno…ma oggi inizia il mio percorso su me stessa, è arrivato il momento di ritrovarmi e di amarmi per tutti quegli anni passati ad odiare ogni centimetro di me… In questi anni - prosegue la lettera - il mio unico pensiero è stato lui, odiavo il fatto che lui fosse libero ed io invece intrappolata ma dopo anni passati in gabbia posso dire che anche lui adesso proverà un briciolo di sofferenza che io ho patito…Ammetto che ci avevo perso le speranze, più passava il tempo più pensavo che non avremmo avuto un riscatto e invece eccolo qui, questo è un giorno che sicuramente ricorderò per tutta la mia vita».

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