CERVETERI – L'opposizione di Palazzo del Granarone unita per mandare a casa la sindaca, Elena Maria Gubetti. Sarà presentata la sfiducia domani, nel corso del consiglio comunale, che, va detto per onor di cronaca, non contiene i numeri sufficienti per delegittimare il primo cittadino. Almeno finora. A guidare la crociata, determinato e battagliero, è Gianluca Paolacci, che a Due Casette, località in cui è nato, viene chiamato “lu sindaco”. «Abbiamo una visione della città – afferma - che non rispecchia l'andamento di questa amministrazione. Non favorisce il dialogo, la sindaca ha dimostrato di non avere lo spessore per essere a capo di una città. Fino ad oggi solo parole, pochi fatti. Siamo ad oltre 3 anni dal mandato, non vi è un’opera, solo problemi. Strade, acqua, disagi nelle frazioni, così non si può andare avanti». Di alzate di mano ne serviranno di più rispetto agli 11 (Gianluca Paolacci, Lamberto Ramazzotti, Salvatore Orsomando, Wilma Pavin, Emanuele Vecchiotti, Luca Piergentili, Luigino Bucchi, Alessandro Fondate, Federico Salamone, Laura Mundula e Alessio Vito Lasorella). Se tutti fossero presenti bisognerebbe arrivare a 13. Sulla sfiducia, mai è stato in linea Nicolò Accardo, virtualmente membro della maggioranza. Un decano a livello politico: la prima volta che si è seduto al consiglio comunale era nel 1985. «Un’azione del genere – ribadisce Accardo di Noi Moderati - sarebbe un colpo duro alla città. A dire il vero non intravedo delle motivazioni serie. Penso che ci siano degli sciacalli, che vogliono seguire questa linea di sfiducia per meri interessi personali. Non ho problemi a ripeterlo». Chi sottoscriverà la mozione sono ovviamente le liste Anno Zero e Città Futura che già avevano partecipato, attivamente, alla conferenza stampa di un mese fa che nei fatti aveva preannunciato la richiesta di far cadere la giunta in anticipo.

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