CIVITAVECCHIA – Il presidente della Compagnia Portuale di Civitavecchia, Patrizio Scilipoti, ha espresso pieno sostegno alla Global Sumud Flotilla, denunciando gli attacchi israeliani e ribadendo che dal porto non partiranno armi destinate a Tel Aviv. I portuali pronti a fermare le operazioni in caso di ostacoli alla missione umanitaria per Gaza.

Queste le sue parole: «In questi giorni è in corso una delle più grandi missioni umanitarie di tutti i tempi, la Global Sumud Flotilla sta solcando il Mediterraneo per prestare soccorso e assistenza al Popolo palestinese.

Il Governo israeliano ha già dato l’ennesima dimostrazione della propria arrogante brutalità, compiendo una serie di attacchi ai danni delle imbarcazioni dirette a Gaza, in spregio alle più basilari norme del diritto internazionale.

In questo sciagurato contesto, la Compagnia Portuale Civitavecchia, e tutte le imprese portuali presenti, sono qui oggi per unire la propria voce a quella dei compagni di Genova, di Livorno e di tutti i porti italiani ed europei che in questi giorni si sono mobilitati per la causa palestinese.

E vogliamo sia chiaro che nel porto di Civitavecchia non verrà mai imbarcato nemmeno un proiettile diretto all’esercito assassino di Tel Aviv e che anche i portuali civitavecchiesi sono pronti a bloccare tutte le operazioni nel caso in cui venga torto un solo capello alle attiviste e agli attivisti della Global Sumud Flotilla o le venga impedito in qualsiasi modo di prestare soccorso agli abitanti di Gaza.

I portuali non resteranno a guardare in silenzio le atrocità commesse in terra di Palestina dal governo, omicida e fascista, guidato da Netanyahu. A fronte dell’inerzia complice e vergognosa di istituzioni e governi (incluso il nostro), invitiamo i lavoratori, i sindacati e la società civile tutta a mobilitarsi in ogni forma possibile per provare a fermare il genocidio del popolo palestinese.

Mi auguro, infine, che, prima o poi, il grido silenzioso dei 20.000 bambini palestinesi barbaramente assassinati da Israele chieda il conto a chi poteva intervenire e non l’ha fatto, a chi aveva il dovere di fermare una dei più gravi ed efferati crimini nella storia dell’umanità e ha deciso di voltarsi dall’altra parte».