Giù le mani da Antonio Carbone. Ormai appare sempre più chiaro il quadro che ha visto i primari dell’ospedale San Paolo soffiare i parcheggi ai dializzati e agli oncologici: la decisione l’ha presa la direzione sanitaria del nosocomio, ma la Asl Roma 4 era perfettamente d’accordo.


Questo, almeno, a giudicare dalle parole del direttore generale dell’Azienda, Cristina Matranga. E una cosa è certa: se parla Matranga, in qualche modo risponde Alessio D’Amato. Proprio lui, quell’assessore alla Sanità della Regione Lazio che oggi ha l’ambizione di diventare Governatore.


Della vicenda è stato informato tramite l’ufficio stampa, ma non interviene, probabilmente anche per lui va bene così, con utenti fragili costretti a lasciare fuori il loro veicolo per fare posto ai primari che di certo non fanno quasi mai medicina di emergenza-urgenza. Un vero e proprio scandalo in vista delle elezioni regionali, che rischia di far saltare il banco proprio a Civitavecchia, la città dove D’Amato ha tagliato una infinità di nastri-propaganda in materia di sanità. Ormai al San Paolo il clima che si respira è avvelenato e i metronotte, strigliati a dovere dal dottor Carbone per motivi ancora poco chiari, passano il loro tempo a dare la caccia ai giornalisti. Non è stato facile ieri mattina documentare il problema: i giornalisti che un tempo al San Paolo venivano accolti con le fanfare quando c’era da promuovere “il buon vino di famiglia”, oggi vengono trattati come appestati.


Ieri il servizio di vigilanza, avendo notato i giornalisti all’esterno della struttura, ha chiamato il 112, chiedendo alla Polizia l’identificazione dei cronisti maldigeriti.


Nonostante questo, i fatti sono stati ancora una volta documentati: primari che appena arrivano vengono “catechizzati” sulla presenza della stampa, invitati a parcheggiare e ad allontanarsi in fretta dai loro veicoli; utenti costretti a fare retromarcia all’altezza della sbarra.


Una vera ed efficace politica della solidarietà verso i più deboli. Il direttore generale della Asl, Matranga, ripropone ancora una volta la stessa minestra: «Attualmente il San Paolo è oggetto di diversi interventi di riqualificazione e sono ben cinque i cantieri attivi in questo momento. Ciò comporta per le imprese presenti la necessità di spazi di supporto ai cantieri, con conseguente riduzione degli spazi di parcheggio.


Mi scuso per il disaggio, ovviamente temporaneo».


Ma cosa ha a che vedere il lavoro di restyling con i privilegi concessi ai primari a scapito degli utenti fragili? Perché Carbone e la Matranga non hanno messo alla porta proprio le auto dei primari per favorire invece gli oncologici e i dializzati?.


Matranga minimizza anche sulla caccia al “metronotte spia”, che ovviamente non esiste: «La pianificazione è stata richiesta nell’ambito di un monitoraggio del tutto estraneo alla vicenda». E alla fine sposa la linea di Carbone e di tutta la direzione sanitaria: «Un operato che condivido e che rende possibile garantire l’operatività dell’ospedale e la continuità assistenziale, nonostante i cinque cantie
ri contemporaneamente attivi».


Bel compitino, non c’è che dire, ma nettamente fuori traccia. Dottoressa Matranga: deve fare la cortesia di rispondere solo ed esclusivamente sui parcheggi che i primari hanno soffiato ai pazienti fragili per gentile concessione di Carbone e (questo si evince dalla sua nota) con il suo benestare. D’Amato oggi su questo, a Civitavecchia, si sta giocando una partita importante. Per parlare di cantieri, di operatività del San Paolo e del resto, c’è sempre tempo.


©RIPRODUZIONE RISERVATA