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CERVETERI – Una piazza, un’autobotte e decine di residenti che finalmente possono riempire le taniche senza dover fare chilometri. Da ieri mattina piazza Giovanni Falcone, nella frazione de I Terzi, ospita un mezzo di Acea Ato 2 per la distribuzione di acqua potabile. Non è la soluzione definitiva, ma per molti è già un sollievo dopo mesi di rubinetti asciutti o con flussi minimi. L’arrivo del mezzo è il frutto di una trattativa serrata e di continue sollecitazioni da parte del comune di Cerveteri nei confronti di Arsial e degli altri enti competenti. La sindaca Elena Gubetti lo definisce «un primo segnale concreto» dopo settimane di lettere ufficiali, diffide e interlocuzioni istituzionali che hanno coinvolto anche il Prefetto di Roma e la Regione Lazio. «I cittadini de I Terzi – afferma Gubetti – stanno affrontando una situazione vergognosa, non degna di un paese alle porte di Roma nel 2025. Sin dall’inizio dell’estate, al di là di strumentalizzazioni politiche, non abbiamo mai smesso di chiedere un intervento urgente. Ho emesso un’ordinanza per obbligare Arsial a garantire l’approvvigionamento e ora, almeno in parte, il disagio è stato mitigato». Il problema dell’acqua a I Terzi non è nato quest’estate: i residenti lamentano disservizi cronici per infrastrutture obsolete, perdite non riparate e un sistema di gestione che si trascina da anni senza un piano di investimenti strutturali. L’autobotte in piazza serve a tamponare l’emergenza, è un palliativo che evita il ricorso a soluzioni di fortuna, ma non risolve il problema alla radice. La sindaca Gubetti non nasconde la sua insoddisfazione: «Siamo soddisfatti a metà. Fino a che tutte le utenze non saranno servite regolarmente, continueremo a fare pressione su Arsial e a mantenere alta l’attenzione degli enti sovracomunali. L’accesso all’acqua è un diritto sacrosanto». La strategia dell’Amministrazione è chiara: puntare alla cessione delle reti idriche ad Acea Ato 2. «Solo in questo modo - sostiene la sindaca - sarà possibile avviare una gestione stabile ed efficiente, con investimenti e manutenzioni programmati. È un percorso complesso, ma determinante». Ai Terzi la notizia dell’autobotte è accolta con un misto di gratitudine e frustrazione. «Finalmente possiamo riempire le taniche senza impazzire – dice un residente – ma non possiamo vivere così ogni anno». C’è chi teme che, passata l’emergenza, la questione torni a essere dimenticata. «Speriamo che questa volta si arrivi a una soluzione vera», commenta una commerciante. Per ora, il rumore dell’acqua che scorre dai rubinetti dell’autobotte è una piccola vittoria, ma la vera partita, è ancora tutta da giocare.
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